Dopo due mesi è
tornato in aula il provvedimento sul DUP,
il Documento Unico di Programmazione
2016/2018. La discussione fu sospesa e riaggiornata, in attesa di una
risposta all’interrogazione parlamentare avanzata dall’onorevole Dario Ginefra
del Partito Democratico al ministro Marianna Madia, circa la situazione
legislativa in merito alla cessione delle quote comunali nell’ambito delle
società partecipate, nel caso specifico bitontino il 60% dell’Azienda Servizi Vari.
La risposta non è
giunta ed il Consiglio comunale si è ritrovato per discutere e approvare il
DUP, non prima però aver discusso su un paio di emendamenti di modifica. Uno di
questi è stato presentato dal gruppo consiliare del Partito Socialista Italiano, ed illustrato in aula dal capogruppo Franco Mundo, il quale ha contestato
fortemente il provvedimento nella parte proprio relativa alla vendita delle
quote comunali dell’ASV ai privati, seguendo così l’indicazione della norma
legislativa che invita gli enti locali a disfarsi delle società partecipate,
specie quelle che presentano bilanci passivi. Tra l’altro – illustra Mundo,
riprendendo appunto il testo del DUP – «il
Comune di Bitonto affida il servizio di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti
alla SANB S.p.A. (Servizi Ambientali per il Nord Barese), una società che non è
operativa e non è in grado di assolvere al compito per il quale è stata
istituita, la SANB non ha né i mezzi né le autorizzazioni per provvedere ai
servizi che oggi fa l’ASV».
«Bisogna
rendere l’ASV un’azienda totalmente comunale, acquisendo anche il restate 40%
delle quote dai privati – aggiunge –. Non esiste vendere l’azienda per poi fare una gara per l’affidamento
del servizio di nettezza urbana e magari affidarsi nuovamente all’ASV, che nel
frattempo non sarà più pubblica ma si andrà a pagare il privato».
Mundo critica anche
la mancanza di discussione politica sul provvedimento, approvato direttamente
dalla Giunta, con Consiglio comunale esautorato delle proprie funzioni.
Ad appoggiare l’emendamento
proposto dal consigliere socialista, anche la minoranza. Per Domenico Damascelli (Forza Italia) «è vero che il legislatore ha chiesto di cancellare i cancri dalla politica,
ovvero quelle società create ad hoc per accontentare gli amici, che hanno più
consiglieri di amministrazioni che dipendenti, ma non si può mettere in
discussione una realtà storica per la nostra comunità. L’ASV va gestita in
maniera diversa».
Duro il parere di Franco Natilla (Partito Democratico). «In questo
documento ritengo sia contenuto un falso. Si fa riferimento alla neo costituita
SANB, ma si tace invece l’elemento essenziale, ovvero che la SANB esiste
soltanto ad oggi come atto costitutivo. Non è una società operativa, esiste
solo sulla carta, non è nelle condizioni reali di sopperire al servizio di
raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Sul sito della SANB
risultano zero performance, zero attività e procedimenti, zero servizi erogati,
ma finora ha conferito solo un incarico di consulenza. Male ha fatto l’Amministrazione
in questi anni a non pensare di liquidare la parte privata per assumere il 100%
delle quote pur sapendo che dietro l’angolo era pronto un provvedimento del
legislatore per la razionalizzazione di tutti quegl’enti che prosciugano sangue
dalle vene degli enti locali. Se solo l’amministrazione Abbaticchio avesse fatto un’attività di studio non ci saremmo trovati in questa situazione. Si sarebbe fatto di tutto per mantenere la partecipazione nell’Asv. E oggi, respingendo l’emendamento degli amici socialisti, altro non fate che avviare le esequie di quella che è una risorsa per la città».
Scettico anche il
capogruppo democratico, Francesco Paolo Ricci.«Il legislatore dice di tagliare i rami
secchi ma l’ASV ramo secco non è. Noi oggi faremmo più un danno cancellando questa
società che a mantenerla. Rischiamo di svendere un’azienda solida, in attivo,
che ha contratti stipulati per diversi milioni di euro, e che può essere un
braccio operativo del comune di Bitonto. Perché non andiamo a chiedere un
parere al presidente regionale della Corte dei Conti?».
Anche secondo Christian Farella (Gruppo Misto) «lo spirito del
legislatore non era quello di eliminare aziende virtuose. Sarebbe opportuno
prevenire chiedendo un parere preventivo alla Corte dei Conti, così da rasserenare
anche noi consiglieri».
In disaccordo con
le obiezioni della minoranza e di Mundo, i consiglieri di maggioranza Franco Pafetta (Italia dei Valori) e Giovanni
Ciccarone (Progetto Comune). Per
il primo, «se guardiamo i risultati
dell’ASV non sono così positivi, sotto l’aspetto economico l’azienda costa
tantissimo a tutta la comunità bitontina, e il servizio non è dei migliori. Le norme
ci impongono un determinato percorso. La SANB nello statuto prevede lo
svolgimento di attività di spazzamento, servizio che svolge saltuariamente».
Per il secondo, invece, «si tratta di un
percorso inevitabile: esiste la legge sulla raccolta dei rifiuti, siamo nell’ARO,
abbiamo costituito la SANB che è in feri. Il DUP è stato approvato dalla
Giunta, abbiamo accolto la richiesta del PD di prendere tempo vista l’interrogazione
parlamentare, abbiamo atteso tutto il tempo necessario».
La replica di
Natilla non si fa attendere. «Se nessuno
si presenta all’asta si rischia una società in liquidazione, ed sarà un affare
per qualcuno – mette in allarme il consigliere metropolitano –. Perché non dismettere le proprie quote
dalla Conca Barese o dal GAL, che hanno chiuso l’esercizio in passivo? Il Consiglio
ha il potere di far raddrizzare la via alla Giunta, non è vero che siamo di
fronte ad una strada obbligata. E poi gli ARO verranno cancellati a causa dei
loro risultati negativi, ci sarà un solo soggetto che gestirà a livello regionale».
In soccorso della
maggioranza interviene l’assessore al Bilancio Michele Daucelli, che ricorda i tempi stretti ai quali è stata
sottoposta la Giunta, costretta ad approvare il DUP entro il 31 dicembre. «Nessuno vuole svendere l’ASV – rassicura
il titolare delle finanze –. Oggi la
società ha in pancia un contratto di 37 milioni di euro». Ma è subito
scontro tra Daucelli e i piddini Ricci e Natilla, con i toni che si alzano
repentinamente. A rasserenare tutti ci pensa la lunga relazione tecnica del Segretario
Generale, Salvatore Bonasia, che
sostanzialmente difende la legittimità dell’iniziativa condotta dall’Amministrazione e respinge l’emendamento proposto dai socialisti, in quanto irricevibile perché illegittimo a livello normativo.
Al
termine del lungo dibattito, si passa al voto dell’emendamento, che viene rigettato: 11 voti contrari, quelli della maggioranza, e
soltanto 7 i voti favorevoli, minoranza più Mundo. Si passa, dunque, alla votazione sul provvedimento.
«Sul DUP bisognerebbe ripartire dagli errori commessi per il Centro Commerciale Naturale, per cui sono stati spesi 100 milioni di euro senza alcun ritorno» sostiene ancora Ricci, lamentando ancora una volta il mancato coinvolgimento dell’opposizione da parte della maggioranza e rimproverando l’assenza di cenni ad eventuali riduzioni delle imposizioni fiscali.
Critico sul provvedimento anche Francesco Toscano (Udc), che annuncia il voto contrario perchè «nel testo non vi è spazio alla risoluzione dei problemi della città. tutto è improntato sulla base di schemi degni della vecchia politica».
Il punto all’ordine del giorno è, quindi, approvato con i soli voti della maggioranza, senza i socialisti che escono dall’aula.