Mesi di discussioni, di ordini del
giorno slittati, di polemiche (non ultima quella dell’affaire Molfetta) si sono
conclusi (?) ieri con l’approvazione in Consiglio
comunale dell’A.R.O. (Ambito di
Raccolta Ottimale).
A pochi giorni dal Natale, e dalla
scadenza del termine di approvazione, ecco che Bitonto raggiunge la quadra e
dice sì, all’unanimità, alla presa
d’atto, al Piano Industriale e
allo Schema di Statuto, non prima di
una lunga pausa, voluta dal sindaco Michele
Abbaticchio, atta a trovare un metodo per andare incontro alle proposte
della minoranza.
Licenziato il primo punto, sulle modifiche allo Statuto Comunale con 14
voti favorevoli e 5 contrari (votazione da rifare nella seduta di domani), e il
secondo, impossibile da approvare senza la seconda votazione del primo, i
consiglieri comunali, infatti, si riuniscono in assemblea per circa un’ora e
mezza per delineare l’andamento dei lavori.
Tornati
in aula alle 11.10 possono subito accorpare i punti 3, 4 e 5, tutti a tema A.R.O.
Ritirato il punto 6, l’approvazione dello schema di contratto di servizio e
capitolato speciale d’appalto, su cui ancora lavorano gli uffici.
«La questione A.R.O. inizia prima
dell’insediamento di quest’amministrazione e si è caratterizzata per le scelte
dei primi 4 comuni (Corato, Molfetta, Ruvo e Terlizzi). Bitonto ne ha condiviso
la scelta» ricorda
l’assessore Domenico Incantalupo,
prima di lasciare spazio ai tanti interventi.
A prendere la parola per primo è Franco Natilla che, a nome di tutto il
Partito Democratico, denuncia la perplessità e la preoccupazione per il caso
Molfetta. La decisione molfettese di non aderire alla new coo, società a cui
sarà affidato il servizio di igiene urbana, e di riaffidarsi all’azienda
pubblica ASM già titolare del servizio, non ha convinto il Pd bitontino che ha
prontamente scritto al Prefetto, al Presidente della Giunta regionale e
all’assessore Regionale all’ambiente per chiedere se ci fossero le condizioni
per diffidare il comune di Molfetta all’osservanza stretta delle precise
previsioni di legge regionali e nazionali.
«Non accetto che Molfetta calpesti
la dignità di Bitonto e degli altri comuni. Se si fa l’A.R.O., si fa insieme
con senso di responsabilità»commenta Domenico Damascelli (FI), a
cui fa eco anche Christian Farella(Indipendente).
Più critico Francesco Toscano (UDC), scettico
sulla capacità del nuovo ente di risolvere i problemi sul fronte rifiuti e di
permettere il raggiungimento degli obiettivi del nostro comune.
Se Francesco Mundo (PSI) pone l’attenzione
sul senso di responsabilità e la comunione di intenti dei consiglieri di
maggioranza e opposizione nell’affrontare «tematiche
che sono vitali e importantissime perché toccano la pelle delle persone e
quindi in questo caso dei contribuenti, oltre che dei lavoratori dell’A.S.V.»,non dello stesso parere è Paolo Intini.
«Ma siamo al Consiglio comunale di
Bitonto o di Molfetta?»si domanda il piddino che sottolinea le criticità inerenti il nostro comune.
Lamentando il coinvolgimento non tempestivo dell’opposizione, l’ex candidato
sindaco denuncia: «nel 2014 scade il contratto
A.S.V., mi sarei aspettato di vedere la clausola sociale nel Piano Industriale.
Che fine faranno i 50-100-200 dipendenti? Saranno assorbiti? C’è volontà di far
trasferire il personale? Dal 1° gennaio 2015, in assenza delle decisioni A.R.O.,
chi svolgerà il servizio?».
Se da
Incantalupo arrivano le rassicurazioni circa l’inserimento nel Piano della
possibilità di prorogare il mandato dopo la decisione dell’assemblea dei
Sindaci, Abbaticchio fornisce rassicurazioni ai dipendenti A.S.V. presenti in
sala in gran numero.
«Non possiamo continuare con
l’affidamento diretto all’A.S.V. per più problematiche, tra cui il fatto che la
legge regionale impone unico soggetto gestore per i 5 comuni. Tutti i
dipendenti dell’A.S.V. saranno tutelati, grazie anche alla legge 152/2006».
«L’A.S.V. non può più ricevere
affidamenti diretti – chiarisce il segretario generale Salvatore
Bonasia –. Il Comune di Molfetta,
invece, ha una società totalmente pubblica, quindi teoricamente può ricevere
affidamenti diretti. Data la situazione attuale, però, questa materia non è più
appannaggio dei singoli comuni, ma dell’A.R.O. che governa ora la materia. Se
il contratto con l’ASM di Molfetta è scaduto entro il 31/12/2013, allora la
posizione del comune di Molfetta non è percorribile e condivisibile, secondo la
stessa Regione. L’A.R.O. non può affidare servizio a due soggetti distinti,
quindi la situazione del Comune di Molfetta e le sue problematiche rimangono
del Comune».
La votazione è unanime. Maggioranza e opposizione compatti
approvano la presa d’atto, il Piano Industriale e la bozza di Statuto, quest’ultimo
subordinato al riscontro dalla Regione o dal prefetto sulla legittimità della
questione Molfetta. Su proposta di Natilla, inoltre, si decide di aggiungere il
deliberato del Consiglio comunale alla missiva del Pd al prefetto, per dare
ancora più valore all’iniziativa di un singolo gruppo.
«Grazie a queste integrazioni, ci
sentiamo più sereni nel votare i provvedimenti» è il commento di Damascelli.
Molto meno
sereni, invece, i dipendenti dell’A.S.V. «Non
ci sentiamo tutelati» urla, infatti, uno di loro al termine della seduta,
prima di ricevere chiarimenti da sindaco e consiglieri.