Paolo Intini, si sa, è uno che con le cifre ci a fare.
Questa volta a farla da padrona nell’elenco dei numeri del consigliere piddino le tariffe utenze domestiche previste per la Tari.
«La sommatoria del gettito è di 781, 362 per i nuclei famigliari formati da una sola persona – spiega -, a differenza del 780,243 dichiarato in tabella, questo è assurdo. Dirò di più: come fa un nucleo maggiore di cinque a pagare una quota fissa di 1,49, mentre un nucleo da sei a pagare 1,43, dunque nettamente meno?».
La risposta è dell’assessore al Bilancio, Michele Daucelli: «Il computer opera per troncamenti e per le aliquote fisse, abbiamo, come per l’anno scorso, voluto agevolare le famiglie numerose».
Ma – nonostante la poca convinzione dell’opposizione sulle affermazioni – sorge subito un altro interrogativo.
Ebbene, Intini evidenzia come nel regolamento approvato la scorsa settimana «Sono state inserite le categorie 9 (casa di riposo), 16 (banchi non alimentari) e 29 (banchi alimentari) che però risultano senza tariffa».
È la dottoressa Palmieri a rispondere facendo presente che quelle tipologie «Non erano presenti nella banca dati, per cui si avvicineranno alla tariffa più prossima alla tipologia (nel caso della casa di riposo: albergo con ristorazione)».
Al che, i toni si fanno aspri: «È vero quello che dice, è confermato nel comma 3 dell’articolo 56 del regolamento, ma allora perché creare delle categorie ad hoc senza stabilirne la tariffa? Anche dopo l’internalizzazione, se così vogliamo chiamarla, non è cambiato assolutamente nulla: abbiamo internalizzato una ulteriore esternalizzazione. Il dato storico per il calcolo esiste: conoscete i metri quadri non appena lo scorso anno si sono presentate le istanze per le esenzioni (27 febbraio 2014), non continuate a dirci bugie».
Ormai alle strette, il consigliere Vito Modugno – assieme all’assessore – ha presentato le tariffe mancanti che «sono diventate pari a 2.90 (fissa) – 1,150 (variabile) per la cat. 9; 3,80 (f) – 1, 540 (v) per la cat. 16 e 10.00 (f) – 4,00 (v) per la cat. 23».
Un inasprimento fiscale vero e proprio che però continua, dati alla mano, ad essere smentito dalla maggioranza.
Da una parte Michele Abbaticchio, che lontano dall’aula per un attimo, commenta l’episodio su Facebook: “Non crediamo si possa affermare che “A pagare, sempre i più poveri… a Bitonto”, se il medesimo art. 59, oggetto delle rimostranze, prevede esenzioni per nuclei familiari con ISEE sino a 3mila euro (punto 1.7), nuclei familiari composti esclusivamente da ultraottantenni con ISEE sino a 8mila euro (punto 1.8), soggetti in situazioni di grave disagio sociale ed economico, ovvero nullatenenti, titolari di solo assegno sociale o pensione al minimo, persone assistite in modo permanente dal Comune (punto 1.11), nonché riduzioni per nuclei familiari con ISEE sino a 8mila euro (punto 3.1.b), nuclei familiari composti da pensionati con ISEE sino a 6mila euro, soggetti in situazioni di handicap, invalidi al 100% con ISEE sino a 7mila euro (punto 3.1.d)”.
Dall’altra l’assessore Daucelli che c on i numeri rimarca come non c’è stato alcun inasprimento fiscale rispetto allo scorso anno:
«Per i nuclei da 1 a 6 le aliquote fisse erano: 1,258 (ora 1,1), 1,460 (ora 1,27), 1,585 (ora 1,38), 1,693 (ora 1,47), 1,709 (ora 1,49) e 1,647 (ora 1,43). Quelle variabili: 124, 93 (ora 126, 29), 144,45 (ora 146,02), 148,36 (ora 149,97), 152,26 (ora 153,92), 156,63 (ora 157,86) e 169,07 (ora 161,81)».
Insomma, il merito del professor Intini per la precisione tecnica in consiglio resta (anche con i complimenti dei colleghi), ma sbocciano altre due domande.
Giovanni Ciccarone: «Il tuo apporto Paolo (Intini, ndr) dovrebbe essere un valore aggiunto per noi, un supporto ma spesso non lo è: perché non proponi in commissioni le sviste?».
E ultimo Francesco Ricci (Pd) che stanco chiede: «Non ci sono stati finora provvedimenti passati serenamente, ci sono stati sempre intoppi: voglio sapere qual è la causa? È Intini a fare le cose troppo difficili o siete voi ad essere troppo superficiali?».
Sia l’emendamento di Modugno (con immediata esecutività), che l’intero provvedimento sulle tariffe passa al vaglio con 13 voti a favore e 4 contrari (Intini, Farella, Toscano, Ricci) e – commenta l’opposizione – «Quest’anno il Comune incasserà una percentuale più alta del costo del servizio».