Dopo
la finestra sulla Città metropolitana, l’assise discute l’imposta unica
comunale (Iuc, che comprende Imu, Tasi e Tari).
L’assessore
al Bilancio Michele Daucelli spiega la manovra finanziaria del 2014: Imu
invariata (aliquota massima per le seconde abitazioni), Tari rispecchia il
regolamento Tares più qualche altra agevolazione, Tasi soltanto per le prime
case, con aliquota fissata all’1,5 per mille, aliquota Irpef invariata allo
0,4%. Il perché di tutto questo è semplice: il Governo ha tagliato i
trasferimenti agli enti locali, «togliendoci 2,5 milioni di euro dall’Imu
prima casa e 800mila euro dal fondo di solidarietà».
L’esponente
di Sel, poi, bacchetta l’opposizione per aver presentato gli emendamenti (una
trentina, quasi tutti firmati Intini e Damascelli) soltanto ieri mattina,
ritenendo che avrebbero potuto farlo molto prima.
L’aria
diventa infuocata. Paolo Intini (Pd) risponde ricordando come il provvedimento
sia arrivato tardi in 2°commissione e solo venerdì sono state approvate le
aliquote Imu, Tari e Tasi.
A
rincarare la dose è Damascelli, che sottolinea come l’opposizione non abbia presentato
emendamenti perché il Consiglio è stato convocato all’improvviso per rispettare
scadenze incombenti.
Già,
perché se il Comune delibera le aliquote Tasi entro il 10 settembre, la prima
rata va versata entro il 16 ottobre, la seconda entro il 16 dicembre. Se non
accade, Tasi al 100% e seconda rata dell’Imu il 16 dicembre.
Si
passa, quindi, all’analisi di tutti o quasi gli articoli. I primi 5 passano
senza problemi. Non stessa sorte ha il successivo.
Nel mirino le parole “ha attivato”, riferite alla
procedura di invio delle denunce tramite il software per la gestione dei tributi.
Il gestore di Matera, però, a distanza di 9 mesi e nonostante i 39mila euro
ricevuti, non ha mai attivato il servizio. «Propongo
di cassare il comma 4 perché non mi va di prendere in giro i cittadini» è
il commento di Paolo Intini (PD).
Sostituire “ha attivato” con “attiva” è invece la proposta del Segretario Generale Salvatore Bonasia.
È l’ultima opzione a passare.
Con l’astensione della minoranza passano anche gli
articoli successivi. Domenico Damascelli (FI) torna a farsi sentire all’art.17. Approvata all’unanimità la sua la proposta di riduzione dallo 0,5% allo 0,1 % dell’ulteriore incremento sugli interessi legali di mora, per andare incontro a chi è in difficoltà ed è costretto a ricorrere alla rateizzazione.
«Non siamo contrari ad andare
incontro ai contribuenti. La ratio non è penalizzare chi non può pagare, ma non
creare una giungla contributiva in cui ognuno paga quando vuole perché ci sono
solo 40 centesimi di differenza ogni 100€. In linea generale, però, possiamo
aderire a questa proposta» dichiara a nome della maggioranza Vito Modugno (SEL), annunciando la
votazione unanime sull’emendamento e sull’articolo.
«Proposta
accettabile, ma non abbiamo contezza dei vantaggi perché non presentata a
titolo formale» è l’opinione dello stesso Modugno sulla
proposta di Intini di portare il minimo esenzione TASI da 5 a 12€. Emendamento
approvato all’unanimità ma non l’intero art.19 che vede l’astensione diDamascelli e Rossiello (FI).
Gaetano De Palma (PD) propone di votare in blocco tutti
gli articoli senza emendamenti per consentire una più rapida discussione del
regolamento IUC. «Non per tutti gli articoli si ha lo stesso parere» è la
risposta di Damascelli che con Rossiello boccia la proposta.
La discussione torna ad accendersi solo con l’art.54. È
Intini, avvallato da Damascelli e Rossiello, a proporre di non fare distinzioni
tra residenti e non residenti. Durante la discussione, però, Mario Parisi, presidente del Collegio dei Revisori dei Conti, manifesta la
necessità di andar via, scatenando l’ira del piddino. Costretto a restare, il
presidente si astiene dal giudizio, bloccando di fatto gli emendamenti. Lo
stesso, ricordando il lavoro che i revisori hanno dovuto svolgere in poco
tempo, si giustifica affermando che la mancata analisi degli emendamenti,
proposti sul momento, non permette di esprimere parere. L’emendamento passa al
voto e viene bocciato.
«Il
prossimo parere politico e non tecnico sarà denunciato al Prefetto»tuona Francesco Ricci (PD). Le sue
parole suonano come preannuncio di quello che si scatenerà di lì a poco con la
discussione dell’art.59, su esenzioni e riduzioni, per enti senza scopo di
lucro e locali ecclesiastici utilizzati per le funzioni religiose, per attività
di formazione, accoglienza e sostegno alle persone svantaggiate.
Ricci e Franco Natilla accusano la dottoressa Palmieri, firmataria del
provvedimento, di essere responsabile di un “gravissimo atto di ingerenza
dell’apparato pubblico”, per aver firmato un atto, da lei stessa
successivamente vistato.
“Chiedo un procedimento disciplinare per la Palmieri – tuona Ricci -. Ritirate
l’emendamento o fate togliere la firma del funzionario, facendo prendere la
responsabilità politica a qualche consigliere. Spero che questo verbale sia
inviato al Prefetto. Desidero che sia fatta chiarezza, per sapere se sia stata
rispettata la trasparenza”.
Critiche che non vanno giù alla controparte, sostenuta dal
consigliere Vito Modugno e da Michele Daucelli che sottolineano
come l’80% degli emendamenti vengano dall’opposizione, nella 2^commissione, e
solo alcuni punti siano della maggioranza.
“Cosa c’è di
tecnico? Perché non c’è la firma di un consigliere? Nessuno vuole prendersi la
responsabilità?” chiede, invece, Paolo Intini.
Intini critica anche il requisito dell’assenza di entrate finanziarie, alla
base di esenzioni o riduzioni: “Chi è che non ha entrate finanziarie? In base a
quanto scritto nessuno è incluso”.
Ancora una volta interviene Ricci che invita l’amministrazione a ripensare
l’emendamento e a favorire le onlus, che “danno lustro alla città impegnandosi
nel sociale e creano più di un posto di lavoro”.
Damascelli, infine, invita ad includere, tra chi è oggetto di esenzioni, oltre
agli edifici di culto, quelli destinati ad attività sociali. Ma l’emendamento
da lui proposto verrà bocciato dalla maggioranza.
“Ci basiamo sul principio per cui se pagano tutti, ognuno paga meno” è la
difesa di Modugno, sostenuto da Francesco Mundo (Psi).
A pagare saranno, dunque, anche i locali adiacenti agli edifici di culto,
destinati ad attività oratoriali. Una decisione in controtendenza rispetto al
passato.