La
verità è che quelle salite lì, sì, quelle d’asfalto screpolato, che s’inerpicano
serpentine fra scabri appennini, possono essere nulla, se nella vita ti è
capitato di scalare erte ben più insormontabili.
La storia d’un ciclista che sia
vero è tutta qui.
Le corse fatte di allenamenti sudati, alimentazione
calibrata, sacrifici innumerevoli e segrete strategie argute vengono sempre dopo i progetti
cullati – la cui realizzazione non sempre dipende solo da te – e i palpiti del cuore.
Romolo Gentile è corridore autentico dal sorriso lieve e lo sguardo fiero.
È l’atleta di
punta della intramontabile Velosprint Bitonto e, dal principio di questa stagione, è sotto il
torchio della severa biologa nutrizion(pod)ista Francesca Labianca.
Insomma,
quest’asso della pedivella sta tenendo fede al nome di primo re romano che si
ritrova e sta dominando letteralmente le gare – infarcite di ex pro fra l’altro – cui sta partecipando.
È l’avversario
da battere, ne siamo sicuri, ovunque vada.
Brevilineo
e potente, graffia la strada non appena s’alza.
Colpi furibondi
sulla pedivella e rivali schiantati d’un subito.
Ai piedi
del podio a Loano e secondo posto centrato nella Gran Fondo Masciarelli, Romolo
ha artigliato il primo successo, un mese fa, nella celebre Gran Fondo
molisana a Termoli.
Un
coraggioso allungo in salita, a venticinque chilometri dal traguardo, gli fa
conquistare un vantaggio di 50″, che il gruppo di inseguitori lanciato alla sue
spalle non riuscirà a colmare.
È l’incipit
della luminosa storia.
Gentile non si ferma più e trionfa, sette giorni or
sono, alla prestigiosa Granfondo Internazionale Alassio SIXS.
Ben 105
chilometri con 1991 metri di dislivello tra le province di Savona e Imperia:
muscoli e tattica chiamati in causa.
Dopo una prima fase relativamente
tranquilla, riferisce radiocorsa, decisivo affondo dello spezzino Ricciardi,
che al 60° chilometro si lancia in un tentativo da lontano, portando dietro di
sé il bitontino e il milanese Paolo Castelnovo.
I tre,
da qui in avanti, vanno di comune accordo guadagnando chilometro dopo
chilometro sul resto del gruppo. Il terzetto si presenta così compatto in cima
alla salita della Madonna della Guardia, sede di arrivo, dove è proprio il
nostro, con uno scatto imperioso, a sbaragliare Ricciardi e Castelnovo.
“Te lo
avevo detto che quest’anno mi sarei divertito”, sorride con pudore Romolo e
intanto vince.
Battendo
tutti, sogni perduti (d’un professionismo che avrebbe strameritato) inclusi e
rinascendo con nuovi onirici voli nel petto, ogni volta che c’è una montagna da
ascendere.
E siamo
solo alla punzonatura del glorioso viaggio…