Il Pm della Direzione Distrettuale Antimafia, Ettore Cardinali, ha chiesto otto anni di reclusione a carico di Domenico Conte e sette per il suo gregario 23enne Danilo Gentile – ritenuto l’esecutore materiale – per il ferimento di una innocente estetista, che si trovò, per sbaglio a passare, durante la raffica di colpi sparati da un tetto del centro storico, nei pressi di porta Robustina il 14 marzo 2018.
Per i reati di lesioni personali, detenzione e porto abusivo illegale di armi, spari in luogo pubblico, con l’aggravante mafiosa, Conte e Gentile, sono ora a processo con il rito abbreviato dinanzi al gup Marco Galesi, entrambi difesi dall’avvocato Pino Giulitto. La sentenza, nell’aula bunker di Bitonto, è prevista per il prossimo 9 maggio.
I fatti. I cinque colpi esplosi da una calibro 357 magnum, erano destinati ad un componente del clan avverso, facente capo a Francesco Colasuonno, detto “Cipriano”.
Il bersaglio fu mancato, ma la donna riportò quattro giorni di prognosi per la ferita riportata.
L’esecuzione avveniva in risposta al ferimento del 23 febbraio del 2018 quando, Benito Ruggiero, Rocco Mena e Arcangelo Zamparino, a piedi su via Maggiore (leggi qui https://bit.ly/2wWTuS7), ferivano il 29enne Giuseppe Antuofermo, storico braccio destro di Conte e un giovane 17enne che faceva da palo, in via De Rossi (leggi qui:
https://bit.ly/2THDigS).
Conte rischia anche un’altra condanna a 20 anni di reclusione perché è ritenuto il mandante dell’agguato del 30 dicembre 2017 in cui rimase uccisa, per errore, l’83enne Anna Rosa Tarantino.