La gioia di rivedere tornar alla
luce la facciata della chiesa di San Gaetano, nei giorni scorsi, ha giustamente sopraffatto qualche
piccola perplessità.
Infatti, levato finalmente
lo schermo dell’impalcatura, che pure per anni aveva campeggiato dinanzi, quel
capolavoro è apparso in tutta la sua bellezza.
Incastonandosi alla perfezione
in quello che da sempre è meglio noto come il “salotto di Bitonto”, Piazza
Cavour.
Nuovecchio cuore della città.
Tuttavia, la prima impressione
è stata questa.
Sembrava di mirare quei calchi di gesso maldestri di monumenti
che troneggiano sulle bancarelle pronti a farsi preda di turisti cinesi,
onnivori di tutto.
Ovviamente, consapevoli
della nostra ignoranza in materia, abbiamo interpellato uno che invece è del
ramo per capire se la nostra ardita e un po’ offensiva similitudine fosse giusta o errata: “È bella, per carità, però, forse mantenere
un velo d’antico, dopo una doverosa opera di pulizia, avrebbe consentito di
preservare la patina di storia, che è valore intrinseco di qualsiasi costruzione
secolare, e avrebbe protetto la facciata dagli eventuali attacchi dello
scorrere del tempo, con tutti i fattori inquinanti che conosciamo, e del cancro,
che così troverebbe le pietre indebolite. ma va bene lo stesso”.
Al netto di tecnicismi, il
messaggio è chiaro, quasi quanto l’effetto del restauro.
Noi, comunque, siamo felici di aver rivisto dopo tanta attesa il vero volto di San
Gaetano. Magari, senza candeggina…