Lo
hanno definito un centro d’accoglienza, ma sarà in primis un punto di pronto
intervento sociale per chi ha perso la propria casa, e rischia di perdere anche
sé stesso.
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posti letto (più la presenza di docce), ai quali vanno aggiunti quelli delle
altre strutture della Fondazione, e un percorso che vuole guidare l’adulto
prima verso l’accoglienza e l’emergenza, e poi verso l’inserimento nella
società.
La
struttura intitolata a “Daniela De Santis” (per anni impegnata nello
Iacp, ma che ha anche fatto tanto per la fondazione “SS.Medici”, prima che un
male incurabile la strappasse prematuramente alla vita 4 anni fa) è l’ultimo
tassello di un percorso che don Francesco Savino e il suo entourage hanno
iniziato 21 anni fa accanto a chi soffre e chi è in difficoltà.
E
per il taglio del nastro del centro, costruito in poco più di 2 anni e che sarà
operativo nei prossimi giorni, in tanti hanno gremito le poltrone
dell’auditorium “De Gennaro”:consiglieri comunali, vertici delle forze
dell’ordine cittadine e non, parlamentari attuali ed ex, rappresentanti
regionali, ecclesiastici e ministri della Repubblica. E tanta gente comune, tra
appassionati e curiosi.
Un
simbolo di come davvero in molti hanno dato un contributo alla causa: 500 mila
euro tra fondi regionali (Fesr 2007 – 2013), donazioni volontarie di
parrocchiani, contributo dell’Arcidiocesi Bari – Bitonto (proprietaria
dell’immobile, poi ceduto in comodato d’uso gratuito alla Fondazione), Arca
Puglia centrale, Enel Cuore Onlus, Ance Puglia, Rotary Club, Fidapa, Comune di
Bitonto.
«Una
struttura che fa rete e solidarietà», insomma, cosi come la definisce
l’arcivescovo Francesco Cacucci, e «un’opera che conferma la vocazione
umanitaria del santuario SS.Medici».
La
pensa così anche Antonio Nunziante, prefetto di Bari, convinto che l’opera «sia
la miglior risposta alla lotta contro la criminalità, che se combattiamo
soltanto con la repressione vuol dire che si è fallito. Il centro è anche la
bella immagine di una Puglia che si sta preparando ad accogliere gli altri
migranti che stanno arrivando a Taranto».
Il
sindaco Michele Abbaticchio, invece, ricorda Michele Vitariello, il 29enne
bitontino che ha perso la vita sabato «per portare un po’ di pane a casa», e
di cui proprio ieri si sono celebrati i funerali.
Secondo
don Francesco Savino, presidente della Fondazione “SS.Medici”, «il centro
accoglienza è un ultimo tassello di un mosaico che ci vede impegnati nella
sussidiarietà verticale e circolare, simbolo di una democrazia responsabile e
di inclusione, e di una Chiesa, la nostra, che vuole essere della carità e
dalla carità, povera e scalza». Nonché un grande esempio di terzo settore
che, lancia l’allarme il rettore della basilica “SS.Medici”, può perdere tanto
se da Roma decideranno di far pagare Imu e compagnia bella alle strutture
sociali ecclesiastiche.
Del
terzo settore, però, sempre dalla Capitale starebbero pensando a una riforma,
che il ministro Giuliano Poletti definisce innanzitutto «culturale». «E’
fondamentale capire che prima dello Stato e del mercato ci sono gli uomini e le
donne – arringa il titolare al Welfare del governo Renzi – e riaffermare
il principio che una legge non ci può sottrarre dalle nostre responsabilità
personali. La politica, nel suo agire, deve mettere sempre al centro il terzo
settore, e non imporgli le cose dall’alto».