Nuove testimonianze sono state raccolte da carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura nell’inchiesta sull’oncologo bitontino Giuseppe Rizzi.
Dopo la disposizione degli arresti domiciliari per concussione aggravata nei confronti di Ottavio Gaggiotti, un paziente malato di cancro deceduto un anno fa, piovono segnalazioni risalenti persino a casi di 14 anni fa: “Quanti soldi ha estorto a noi. L’ultima visita a domicilio per mia mamma non riuscì a pagarla e il giorno della sua morte ebbe il coraggio di chiedermi di saldare il conto”.
Accuse pesanti che si aggiungono a quella anche di impossessamento illecito di beni archeologici, risalenti al III-IV secolo Avanti Cristo e sequestrati nella sua abitazione dai carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale insieme a 1,9 milioni di euro, e ricettazione.
“Anche per mio padre chiedeva cifre esose” ha scritto M.D. sulla pagina Facebook di Repubblica Bari; “Per colpa sua ho avuto tante complicazioni — ha aggiunto G.S. — Ha preso soldi senza ricevuta fiscale”. A.A., invece, ha vissuto un’esperienza molto simile a quella del paziente Gaggiotti: “Eravamo prosciugati e i parenti si occuparono delle spese funerarie di mia madre”.
Alcune di queste denunce, quindi, sono state veicolate prima sui social tramite la pagina Facebook della testata barese dove familiari di persone in cura da Rizzi hanno postato le loro esperienze, poi ascoltate dai carabinieri. Ma non sono le uniche denunce che hanno dovuto esaminare perché altre sono state presentate direttamente al loro Comando.
I Carabinieri, perciò, sono impegnati nel verificare fino in fondo queste denunce incrociando la documentazione sanitaria dei pazienti con i racconti familiari, insieme anche con le evidenze trovate sul telefono e sul computer dell’oncologo bitontino.
Nuove testimonianze sono state raccolte da carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura nell’inchiesta sull’oncologo bitontino Giuseppe Rizzi.
Dopo la disposizione degli arresti domiciliari per concussione aggravata nei confronti di Ottavio Gaggiotti, un paziente malato di cancro deceduto un anno fa, piovono segnalazioni risalenti persino a casi di 14 anni fa: “Quanti soldi ha estorto a noi. L’ultima visita a domicilio per mia mamma non riuscì a pagarla e il giorno della sua morte ebbe il coraggio di chiedermi di saldare il conto”.
Accuse pesanti che si aggiungono a quella anche di impossessamento illecito di beni archeologici, risalenti al III-IV secolo Avanti Cristo e sequestrati nella sua abitazione dai carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale insieme a 1,9 milioni di euro, e ricettazione.
“Anche per mio padre chiedeva cifre esose” ha scritto M.D. sulla pagina Facebook di Repubblica Bari; “Per colpa sua ho avuto tante complicazioni — ha aggiunto G.S. — Ha preso soldi senza ricevuta fiscale”. A.A., invece, ha vissuto un’esperienza molto simile a quella del paziente Gaggiotti: “Eravamo prosciugati e i parenti si occuparono delle spese funerarie di mia madre”.
Alcune di queste denunce, quindi, sono state veicolate prima sui social tramite la pagina Facebook della testata barese dove familiari di persone in cura da Rizzi hanno postato le loro esperienze, poi ascoltate dai carabinieri. Ma non sono le uniche denunce che hanno dovuto esaminare perché altre sono state presentate direttamente al loro Comando.
I Carabinieri, perciò, sono impegnati nel verificare fino in fondo queste denunce incrociando la documentazione sanitaria dei pazienti con i racconti familiari, insieme anche con le evidenze trovate sul telefono e sul computer dell’oncologo bitontino.
Nuove testimonianze sono state raccolte da carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura nell’inchiesta sull’oncologo bitontino Giuseppe Rizzi.
Dopo la disposizione degli arresti domiciliari per concussione aggravata nei confronti di Ottavio Gaggiotti, un paziente malato di cancro deceduto un anno fa, piovono segnalazioni risalenti persino a casi di 14 anni fa: “Quanti soldi ha estorto a noi. L’ultima visita a domicilio per mia mamma non riuscì a pagarla e il giorno della sua morte ebbe il coraggio di chiedermi di saldare il conto”.
Accuse pesanti che si aggiungono a quella anche di impossessamento illecito di beni archeologici, risalenti al III-IV secolo Avanti Cristo e sequestrati nella sua abitazione dai carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale insieme a 1,9 milioni di euro, e ricettazione.
“Anche per mio padre chiedeva cifre esose” ha scritto M.D. sulla pagina Facebook di Repubblica Bari; “Per colpa sua ho avuto tante complicazioni — ha aggiunto G.S. — Ha preso soldi senza ricevuta fiscale”. A.A., invece, ha vissuto un’esperienza molto simile a quella del paziente Gaggiotti: “Eravamo prosciugati e i parenti si occuparono delle spese funerarie di mia madre”.
Alcune di queste denunce, quindi, sono state veicolate prima sui social tramite la pagina Facebook della testata barese dove familiari di persone in cura da Rizzi hanno postato le loro esperienze, poi ascoltate dai carabinieri. Ma non sono le uniche denunce che hanno dovuto esaminare perché altre sono state presentate direttamente al loro Comando.
I Carabinieri, perciò, sono impegnati nel verificare fino in fondo queste denunce incrociando la documentazione sanitaria dei pazienti con i racconti familiari, insieme anche con le evidenze trovate sul telefono e sul computer dell’oncologo bitontino.
Nuove testimonianze sono state raccolte da carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura nell’inchiesta sull’oncologo bitontino Giuseppe Rizzi.
Dopo la disposizione degli arresti domiciliari per concussione aggravata nei confronti di Ottavio Gaggiotti, un paziente malato di cancro deceduto un anno fa, piovono segnalazioni risalenti persino a casi di 14 anni fa: “Quanti soldi ha estorto a noi. L’ultima visita a domicilio per mia mamma non riuscì a pagarla e il giorno della sua morte ebbe il coraggio di chiedermi di saldare il conto”.
Accuse pesanti che si aggiungono a quella anche di impossessamento illecito di beni archeologici, risalenti al III-IV secolo Avanti Cristo e sequestrati nella sua abitazione dai carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale insieme a 1,9 milioni di euro, e ricettazione.
“Anche per mio padre chiedeva cifre esose” ha scritto M.D. sulla pagina Facebook di Repubblica Bari; “Per colpa sua ho avuto tante complicazioni — ha aggiunto G.S. — Ha preso soldi senza ricevuta fiscale”. A.A., invece, ha vissuto un’esperienza molto simile a quella del paziente Gaggiotti: “Eravamo prosciugati e i parenti si occuparono delle spese funerarie di mia madre”.
Alcune di queste denunce, quindi, sono state veicolate prima sui social tramite la pagina Facebook della testata barese dove familiari di persone in cura da Rizzi hanno postato le loro esperienze, poi ascoltate dai carabinieri. Ma non sono le uniche denunce che hanno dovuto esaminare perché altre sono state presentate direttamente al loro Comando.
I Carabinieri, perciò, sono impegnati nel verificare fino in fondo queste denunce incrociando la documentazione sanitaria dei pazienti con i racconti familiari, insieme anche con le evidenze trovate sul telefono e sul computer dell’oncologo bitontino.