Cerignola-Bitonto è la classica partita che doveva essere tutto, ma in realtà è stato poco.
Doveva essere il match tra le squadre più forti dell’Eccellenza pugliese, visto che si affrontavano le prime due forze del Campionato.
Un incontro equilibrato, magari deciso da un episodio e/o da un guizzo dei tanti campioni in campo.
Già, doveva. È stata, invece, una partita di tennis a tinte gialloblù. Un lungo, lunghissimo monologo cerignolano, che in un sol colpo porta in cascina tre punti, la vittoria della serie A pugliese (cinque punti di vantaggio a una sola giornata dal termine), l’approdo in serie D dopo 17 anni, la terza promozione consecutiva.
Succede, purtroppo, che in un “Domenico Monterisi” riempito da quasi 2mila tifosi, a godere è solo la compagine ofantina, che vince6-1 il sentitissimo big match della 29esima giornata, confermando di essere la squadra più forte del lotto.
L’altra parte della medaglia, invece, ha la faccia triste e cupa di un Bitonto che davvero non ti aspetti. Irriconoscibile per tutti i 90′. Sempre in balia degli avversari. Mai entrato in partita. Autore di un solo tiro in porta. Inguardabile in difesa, centrocampo e attacco, con tanti, troppi errori personali e di reparto. Cotti mentalmente e fisicamente.
Il leone, insomma, ha indossato la casacca dell’agnello nel giorno in cui non serviva.
Perché? Cosa è successo a Zotti e compagni nel match più importante dell’anno? Era preventivabile che il Cerignola avrebbe messo grinta e tanti tanti attributi, e che avrebbe cercato di mettere in difficoltà la vicecapolista sfruttando il contropiede con l’enorme potenziale offensivo, i calci piazzati, e la forza fisica a centrocampo.
Eppure, i ragazzi di mister Francesco Farina hanno vinto proprio così. Con le reti degli attaccanti (doppietta per Di Rito e Loiodice, un gol per Morra e rete pure per Cappellari, terzino), con tre marcature derivanti da contropiede e altrettante da tiri di punizione.
L’acuto di Piero Zotti (il 21esimo stagionale) è stata solo una effimera fiammella, impossibile da alimentare per il Bitonto più brutto della stagione, per la prima volta apparso impotente davanti a un avversario, che conosce la quarta sconfitta, e con il sogno della serie D che sfuma nel modo peggiore possibile.
La partita. Anche con la prima della classe, Pasquale De Candia non cambia modulo e si affida al 3-4-1-2, con Lorusso in difesa preferito a Cantatore.
Fin dai primi secondi di gara, però, si capisce che la gara sarà tutta roba foggiana. Il vantaggio è già al 9′: palla rubata a centrocampo dal Cerignola e sfera sui piedi di Di Rito, che si accentra, mette a sedere Lorusso e infila sotto la traversa. Goal bellissimo dell’argentino, ma il gioco, forse, andava interrotto perché Campanella era a terra infortunato. Il 2-0 arriva al 14′ in fotocopia: azione velocissima di contropiede e stavolta è Morra a trafiggere Longo.
Sorprende la facilità con cui gli attaccanti di casa penetrano nella difesa neroverde, le incredibili difficoltà di Campanella e Bonasia, l’evanescenza di Manzari e Albrizio, la giornata no di Turitto.
Eppure, sul doppio svantaggio, il Bitonto sembra svegliarsi, perché prima si fa vedere con Manzari (male di testa su imbeccata di Zotti), e poi trova la rete con una gran giocata proprio del 36enne fantasista.
No, non è una inversione di tendenza. I padroni di casa riprendono a fare quello che sanno, i neroverdi vivono un finale di tempo da incubo. Subiscono il 3-1 per colpa di una punizione velenosissima di Loiodice dall’out di sinistra, mentre la quarta marcatura è di Cappellari, che fa 25 metri di corsa sulla destra, riceve da Di Rito in area di rigore e scarica alle spalle dell’estremo difensore ospite.
Al cambio di campo è 4-1. Nella ripresa, c’è ormai poco da fare, anche se i gialloblù non si accontentano e arrotondano il punteggio con un colpo di testa di Di Rito su punizione di Loiodice, e proprio con il folletto ex Barletta che disegna una bella parabola da calcio piazzato sulla quale Longo è tutt’altro che impeccabile.
L’espulsione di Lorusso per somma di ammonizioni serve solo alle statistiche e ai tabellini.
Il Cerignola è in serie D con merito. Il Bitonto cade dopo otto vittorie consecutive, ma va a ricevere gli applausi dei suoi 100 indomiti supporters.
Perché guai a dimenticare che Zotti e compagni sono secondi in classifica, hanno racimolato 65 punti dopo 29 partite, hanno vinto 20 partite, ne hanno perse soltanto quattro, hanno il secondo attacco dell’Eccellenza 2016-2017. E si sono giocati un sogno in casa dei più forti.
Fatti, non parole.
Ora è necessario dimenticare la partita di ieri, riassestare le idee e finire bene la stagione, perché c’è un Galatina da affrontare (23 aprile), e dei playoff da disputare.
Le pagelle. Longo 5, Campanella 4,5, Lorusso 4,5, Elia 5; Turitto 4,5 (Modesto sv), De Santis 5 (Cantatore sv), Capriati 5, Bonasia 4,5; Zotti 5,5 (la sua marcatura è bella per gli occhi, ma non serve a evitare la debacle); Manzari 5, Albrizio 5 (Terrone sv).
Parole pesanti al presidente. Il pomeriggio del “Monterisi” è stato macchiato da alcuni episodi da penna rossa. La presenza di bombe carte all’arrivo del pullman del Bitonto, e alcune offese ingiuriose e deprecabili ai danni del presidente neroverde, Tina Aluisio. “Come donna, sono molto amareggiata nel constatare ancora una volta come il calcio, si mescoli all’inciviltà e alla maleducazione. Nonostante sia stata apostrofata con espressioni che non appartengono al dizionario della galanteria, e nonostante la mia squadra ha subito una pesante sconfitta, sono fiera di essere stata li a Cerignola, accanto ai miei ragazzi”.