Il 28 marzo, il dì della storica promozione in serie A, la scritta era “Veni, vidi, vici”. Nel ricordo e nella dedica, naturalmente, per Ciccio Marrone.
Dopo poco più di un mese, il 2 maggio, il dì della accoppiata con la Coppa Italia, scritte non ce ne sono. C’è il trofeo alzato al cielo. Soltanto ordalia. La convinzione di aver scritto la storia. E un enorme gioia. Gioia che il presidente Silvano Intini ha voluto condividere con la città, il sesto uomo in campo, nonostante i palazzetti vuoti causa Covid 19. Perché il rapporto che si è creato tra Bitonto e le calcettiste neroverdi è qualcosa di magico e alla base di una stagione che resterà negli annali.
Una storia da raccontare, senza se e senza ma. E che, giustamente, è stata raccontata anche attraverso manifesti fatti affiggere ovunque e una campagna social martellante. Anche prima dei dì dello stappo dello spumante.
“Abbiamo fatto impazzire Bitonto – è stata la gioia del numero 1 – soprattutto le donne. La nostra pagina Facebook è cresciuta tantissimo in questi mesi, i nostri video superano le 10mila visualizzazioni, i nostri post ricevono sempre un numero elevatissimo di condivisioni e interazioni, la gente ferma le giocatrici per strada, chiede le maglie e ci circonda d’affetto. Non mi sarei mai aspettato tanto calore”. “Ho coinvolto la mia famiglia e i vicini – prosegue –, abbiamo creato un rito che raccoglie tutta la comunità. Aver fatto innamorare Bitonto è stata una grandissima vittoria, la serie A e la Coppa Italia sono dedicate a Ciccio Marrone, un pezzo enorme della nostra famiglia che ci ha lasciato il 9 aprile. La sua morte è stato uno shock grandissimo perché se ne è andata una parte di me”.
Veni, vidi, vici, però, è la frase che si attaglia meglio proprio all’imprenditore bitontino. Chi, a parte lui, avrebbe scommesso un euro su uno sport così minore come il futsal, tanto più al femminile? Chi, a parte lui, l’avrebbe fatto diventare uno sport elite della città? Poteva riuscirci soltanto uno. Lui, appunto. Che da anni abbraccia le sfide impossibili degne del miglior Tom Cruise e del “suo” agente Ethan Hunt.
È giusto, allora, partire dall’inizio. Dall’estate 2019. Il futsal femminile è reduce da una stagione deludente nella quale è stato fallito anche l’accesso ai playoff. Si decide di iniziare un nuovo percorso che porti questa competizione ad avere il seguito che merita. Silvano Intini diventa il presidente e allestisce subito una squadra che lasci la serie C e che salga di categoria. Il traguardo è raggiunto subito, perché sia pur grazie a un ripescaggio, per la prima volta il calcio a 5 in rosa è in serie A2. È la stagione estiva 2020.
Siccome l’appetito vien mangiando, per uno come il patron, quel patron, anche la serie A2 è un po’ strettina. Perciò, allora, la Polisportiva sembra tutto fuorchè una neopromossa. Il mercato è di respiro internazionale (per la prima volta nella storia), la comunicazione strizza l’occhio al marketing attirando i riflettori della stampa nazionale e il futsal è spumeggiante.
In tutto sono 25 le vittorie su 27 gare complessive, 67 i punti su 72 in Campionato, appena 27 i goal subiti (primato nazionale) e ben 193 i gol realizzati dall’attacco pugliese (più di tutti in serie A2) con una super Brenda Moreira che ne ha fatti 53, e 95 nelle ultime due stagioni. Joana Azevedo che chiude con un bottino di ben 36 centri, dal 31 gennaio in poi.
Il suo acquisto è l’emblema della personalità di Intini: “Se ci penso, devo ammettere che che me l’avevano sconsigliata perché 38enne. Era in vacanza qui, l’ho vista al campo e le ho detto: “da stasera giochi con me”. Ho chiamato il suo procuratore e ho portato a termine la trattativa. Di calcio a 5 non saprò molto, ma gestisco un’impresa con 140 dipendenti e mi basta poco per capire le persone che ho davanti. Sapevo che con Joana avremmo fatto la scelta giusta. Il primo abbraccio dopo la cinquina al Rionero è stato proprio a lei”.
Già, ma c’è un abbraccio ancora più indimenticabile. Quello durante la partita casalinga contro il Vigor Lamezia, il 21 marzo. La portoghese, dopo una delle sue quattro reti, è corsa ad abbracciare il presidente come una figlia stringe d’affetto il papà. Una foto che spiega il perché della vittoria. Il perché la Polisportiva sia una famiglia prima ancora che una squadra.
Moreira e Azevedo a parte, è tutto il collettivo messo a disposizione di mister Michele Pannarale che è stato da top.
“Io do tanto, ma in cambio voglio lo stesso. Le ragazze devono stare bene e devono sapere che, anche se le loro famiglie sono lontane, io sono la loro famiglia qui. Insieme a tutto lo staff, ci preoccupiamo per loro e hanno sempre risposto con la stessa attenzione sul campo. Non ho dovuto chiedere niente perché sapevo che non mi avrebbero deluso. Vincere Campionato e Coppa Italia significa aver fatto Bingo e portato la storia a Bitonto. Stiamo buttando giù un bel programma, tante giocatrici di livello vogliono avvicinarsi alla nostra realtà e stiamo valutando il da farsi. Il ruolo del Bitonto in Serie A? Abbiamo la città che ci sostiene, le renderemo onore e faremo sicuramente bella figura”.
Conoscendolo, il numero 1, le belle sorprese non mancheranno.