«È
la mafia ad avere il potere o siamo noi a concederlo con la nostra indifferenza
e omertà?», chiede provocatoriamente Andrea Martina nel corso della
presentazione del suo nuovo libro thriller-noir “C’è chi dice no”. «La mia opera – prosegue – presenta una delle tante maschere con cui si
mostra il potere mafioso e l’unico modo per vincerlo è dire no».
L’evento, organizzato dal presidio di Libera Bitonto in occasione della “Settimana oltre la legalità”, si è
tenuto nel Torrione Angioino.
In una perfetta miscela di musica, prosa e versi,
l’incontro è stato occasione per affrontare alcune delle tematiche legate al
fenomeno mafioso.
Per Stefano
Fumarulo, dirigente della Sezione
Antimafia Sociale della Regione
Puglia, ormai «la collaborazione delle
istituzioni contro i fenomeni mafiosi non deve avere un indirizzo comune. Per
questo motivo bisogna far approvare in ogni consiglio regionale un testo unico
antimafia».
Infatti nella sola Regione Puglia ci sono 4 leggi
antimafia contraddittorie che, a suo dire, vanno riviste. «Infine – ha concluso – è
necessario rivedere la legislazione antimafia sociale, superando il binomio
progetto-scuole ed entrando nelle comunità».
Presente all’incontro anche l’assessore alla Legalità, Rocco Mangini, che ha annunciato una novità per le scuole bitontine: queste
prenderanno parte all’ “Edificio della memoria”, progetto
regionale di sensibilizzazione all’antimafia sociale.