Da inizio anno è partita la rubrica del giornale daBitonto “Bitontino/a dell’anno”. Il profilo segnalato alla pagina facebook della testata è quello di Nicola Bonasia, che andiamo a presentarvi. Vi ricordiamo che continueremo a raccontare le storie dei concittadini che si sono distinti nel corso dell’anno secondo i criteri che comprendono: attività benefiche e di volontariato, iniziative a favore del prossimo, tesi di laurea che valorizzano il patrimonio storico-artistico della città, e progetti rivolti alla comunità. Invitiamo tutti i cittadini a segnalare figure meritevoli, contribuendo così a rendere la nostra città ancora più vivace e attiva. Le persone selezionate per questa rubrica saranno scelte esclusivamente a insindacabile giudizio della redazione, con l’intento di mettere in luce i cittadini che con il loro impegno quotidiano fanno la differenza nella nostra comunità. Sono esclusi da questa selezione i personaggi pubblici già noti, poiché l’obiettivo è celebrare chi, con azioni concrete, arricchisce la città di Bitonto, spesso lontano dai riflettori. La cerimonia di premiazione si terrà in occasione della Giornata del Gonfalone, il 27 maggio, un momento di celebrazione che unisce la tradizione e il valore della comunità.
Dai fogli scarabocchiati da bambino ai manichini di Dior: quella di Nicola Bonasia è la storia di un bitontino che ha saputo sognare in grande e lavorare ancora più a fondo. Un talento nato sui banchi del liceo, quando disegnava abiti invece di formule, e cresciuto nelle botteghe dell’alta moda, tra forbici, aghi e tessuti.
Dopo la laurea a Bari in Scienze e Tecnologie della Moda, ha imboccato una strada che lo ha portato lontano, ma senza mai davvero lasciarci. Prima Roma, con la prestigiosa accademia Koefia; poi Milano, nelle sartorie d’élite di Dolce & Gabbana, dove ha trasformato la creatività in mestiere. E poi ancora Parigi, dove ha calcato i saloni della grande moda lavorando per nomi leggendari come Pierre Cardin, Chanel, Stéphane Rolland e, oggi, la Maison Dior.
Ma Nicola non è solo un esecutore di bellezza: è anche un pensatore, un artigiano dell’anima. Ogni sua creazione è un incontro tra la struttura di un palazzo e la leggerezza di un sogno. La sua moda parla una lingua fatta di memoria, futuro e delicatezza. Con il suo progetto personale “Bicolin”, ha persino vestito le bambole, in un ritorno poetico alle origini del mestiere sartoriale.
E poi, c’è Bitonto. Non come cornice, ma come radice. I racconti delle zie, il telaio della nonna, il suono dell’ago sulla tela: tutto questo vive nei suoi abiti, che oggi sfilano nei grandi atelier ma portano cucito addosso l’odore delle case di pietra e il canto della nostra tradizione.
Per aver portato il nome della città nei templi della couture mondiale, con umiltà e dedizione, e per continuare a credere che la bellezza, quando nasce dal cuore, può cambiare il mondo, Nicola Bonasia è il nostro bitontino dell’anno.