Oggi alle 19, alle Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie, sarà presentato il libro “Ci vuole Fegato” di Antonio Moschetta, edizioni Mondadori, con la conduzione di Viviana Minervini.
Organo tra i più complessi, il fegato è il più importante «laboratorio» del nostro organismo, perché porta in sé le tracce delle nostre abitudini e può preannunciare la vulnerabilità del nostro corpo rispetto a patologie future. Fin dall’antichità il fegato è considerato un organo di grande rilevanza. Sede di sentimenti e passioni per i Greci, secondo Etruschi e Romani il fegato di animali era la chiave per interpretare il volere degli dei riguardo al futuro.
La scienza, in seguito, ha confermato il suo ruolo strategico tra cui quello di somatizzare le disfunzioni e i danni causati da infezioni, abuso di alcol, fumo, farmaci e grassi nell’alimentazione. Oggi, per fortuna, grazie al progresso tecnologico, abbiamo a disposizione strumenti che ci offrono la speranza di sconfiggere tali patologie con prevenzione, procedure all’avanguardia e personalizzazione delle cure. Eppure, non dobbiamo dimenticare che basta modificare il nostro stile di vita spesso errato, prediligere una sana alimentazione e praticare attività fisica per permettere al nostro fegato di svolgere la sua funzione primaria: prendersi cura di noi.
Antonio Moschetta professore ordinario di Medicina interna all’Università Aldo Moro di Bari, dottore di ricerca in epatologia presso l’Università di Utrecht, in Olanda, è stato allievo del premio Nobel Al Gilman presso l’Howard Hughes Medical Institute di Dallas in Texas, è titolare del progetto di ricerca AIRC su metabolismo dei tumori e regolazione genica. Autore di numerose pubblicazioni, ha ricevuto riconoscimenti internazionali come il Richard Weitzman Award a Chicago, il Rising Star in epatologia a Vienna, il David Williams Award a Vail (Colorado) e l’European Lipid Award a Göteborg.