Bilancio.
Non c’è lemma della lingua italiana che generi più angoscia, unitamente a un
senso di disperante inutilità.
Ma
si sa che gli italiani sono avvezzi ad abusarne alla fine di ogni anno, più per
crogiolarsi nel rimpianto di raccolti non mietuti che per ripartire con nuovi
presupposti.
E
allora, proviamo a trarre anche per le frazioni un bilancio di quest’anno
appena trascorso, senza alcuna pretesa di completezza. Non foss’altro che per
avviare una riflessione comunitaria e provare a separare il grano dal loglio.
Il
2013, ad un primo sguardo, è volato via senza infamia né gloria.
Rimangono
irrisolti gli annosi problemi della delinquenza e dei lavori pubblici, a cominciare
dal rifacimento del manto stradale di alcune vie cruciali.
E, sulle vite degli
abitanti, continua a pesare come un macigno quell’inestricabile groviglio che è
la raccolta differenziata.
Ma
un vento leggero e impercettibile ha cominciato a spirare per strade di
Mariotto e Palombaio, portando un profumo di novità che è stato avvertito solo
dalle anime perspicaci. E di cui, probabilmente, si raccoglieranno frutti ben più
evidenti in questo nuovo anno.
Le
iniziative dell’associazione Mariottoliberasono state un efficace momento di confronto tra abitanti e rappresentanti
delle istituzioni, offrendo uno straordinario esempio di come una fetta di
popolazione possa divenire motore trainante per il rilancio di un paese.
Così,
sebbene i risultati di tali iniziative non si siano ancora palesati, l’averne
discusso in maniera democratica e rispettosa è già segnale di un crescente senso di civiltà.
Nel
convegno d’apertura di “Girolio”, sul
palcoscenico del teatro Traetta, sono state protagoniste due giovani
imprenditrici delle frazioni, impegnate entrambe nelle aziende olivicole di
famiglia. Sono la mariottana Francesca Dellorusso e la palombarese Letizia
Cuonzo, che hanno conquistato l’attenzione dei presenti, raccontando la loro quotidiana
e aspra lotta nel mondo dell’imprenditoria pugliese.
Scegliendo
di restare, piuttosto che migrare verso lidi più promettenti, le due giovani
donne stanno contribuendo a far ripartire un territorio fecondo di prodotti ma
sterile di creatività, perché cresciuto sempre all’ombra del vicino Comune.
A
Palombaio, dopo sei anni di assenza, è tornata a rivivere la tradizione del
presepe vivente. E così gli abitanti, scaldandosi tutt’insieme attorno al fuoco
e lasciandosi illuminare dalla sacralità del grotta, si sono riscoperti
comunità.
A
sostenerli in questo cammino di rinascita e di presa di coscienza del sé, la
consapevolezza che per guardare al futuro si deve ricongiungere il presente al
delicato filo del passato.
Poi,
in ultimo, l’eco di quelle parole pronunciate dal sindaco all’antivigilia del
Natale, che avevano il sapore di un impegno. E se il vento le porterà via con
sé, lo verificheremo l’anno prossimo.
Ma
intanto, il solo udirle accende il fuoco della speranza e fa sognare un anno
migliore.
“Entro giugno, nelle frazioni, collocheremo
le giostrine e istituiremo uno sportello d’ascolto con personale che fa parte
del mio staff”, promette il primo cittadino, “e con il finanziamento del Gal, pari a 250.000 euro, potenzieremo i
trasporti e punteremo allo sviluppo agricolo e turistico del territorio, con il
progetto delle masserie didattiche”.
E
conclude: “Con il Bosco di Bitonto
vogliamo fare la stessa operazione che abbiamo fatto con il centro storico.
Vogliamo renderlo il cuore pulsante del territorio e un centro d’attrazione per
le città limitrofe, istituendo un servizio di trasporto pubblico”.