È stata una delle più imponenti fosse comuni dell’intera Europa nonchè il teatro di un eccidio di proporzioni colossali che ha visto la morte di quasi 22mila tra ufficiali e cittadini polacchi uccisi a sangue freddo dai soldati dell’Armata rossa nel 1940. Eppure, per 50 anni, è stata (meschinamente?) nascosta e taciuta dai responsabili.
La Foresta di Katyn è uno dei simboli degli orrori della seconda guerra mondiale, ed è diventato – da un paio di decenni – uno dei luoghi di pellegrinaggio più tristemente noti del vecchio continente.
I fatti, dunque, raccontano che hanno perso la vita i prigionieri di guerra dei campi di Kozielsk, Starobielsk e Ostashkov e i detenuti delle prigioni della Bielorussia e Ucraina occidentali, fatti uccidere su ordine di Stalin nella foresta di Katy? e nelle prigioni di Kalinin, Kharkov e altre città sovietiche. Molti polacchi sono diventati prigionieri a seguito dell’invasione e sconfitta della Polonia da parte di tedeschi e sovietici partita il 1° settembre 1939. Sono stati internati in diversi campi di detenzione e non tutti sono morti a Katyn, ma quella città è divenuta il simbolo della strage ed è lì che si commemorano tutte le vittime.
Contrariamente a una credenza diffusa, solo 8mila dei circa 15mila prigionieri di guerra di questi campi erano ufficiali. L’eccidio di Katy? fa riflettere perché da esso emergono aspetti della dittatura staliniana che è stato a lungo imbarazzante riconoscere, vale a dire il carattere fortemente repressivo e le tendenze imperialistiche. Il massacro rispondeva a una logica ben precisa di ulteriore indebolimento della Polonia appena asservita e, praticamente, già in ginocchio. L’idea, infatti, era che, poiché il sistema di coscrizione polacco prevedeva che ogni laureato divenisse un ufficiale della riserva, il massacro doveva servire a eliminare una parte cospicua della classe dirigente nazionale. Stalin, inoltre, ha ordinato la deportazione in Siberia e Kazakhstan delle famiglie degli ufficiali polacchi (bambini compresi), eliminando in tal modo anche la generazione successiva. Tutto concordato e portato avanti con la Germania nazista e i dettagli discussi in riunioni tra i due alleati e in un quadro di una spartizione della Polonia tra proprio tra Germania nazista e URSS.
Le atrocità sono state nascoste fino al 1990, anno in cui Boris Eltsin ha scoperto e scoperchiato il vaso. Il commissariato per gli affari interni è stato ritenuto il responsabile del massacro e della sua copertura. “I crimini del regime staliniano non possono essere giustificati anche se sarebbe sbagliato attribuire al popolo russo il massacro avvenuto nella foresta di Katyn” ha commentato una decina di anni fa Vladimir Putin, in occasione di una cerimonia organizzata per il 70esimo anniversario dell’eccidio. “Per anni si è cercato di coprire la verità con ciniche bugie e Il nostro Paese ha dato una chiara valutazione legale e morale delle atrocità del regime totalitario. Una valutazione che non è soggetta a revisionismi”.