Da settembre si dedicherà h24 al suo ruolo di vicesindaco e non solo, perchè metterà da parte (per il momento) la carriera e la professione scolastica. Sempre da settembre, inoltre, si recherà una volta a settimana nelle frazioni per farle sentire meno sole ed emarginate. Rosa Calò ha le idee chiare e, intervistata dal nostro giornale telematico, racconta quelli che sono stati i primi due mesi a Palazzo Gentile.
Tra difficoltà iniziali, tanto tempo passato a capire la brutta gatta da pelare del personale, il poco tempo avuto fino ad ora per occuparsi delle pari opportunità.
«E’ stato un incipit in salita perchè ho dovuto inserirmi in un un percorso avviato. Perciò mi sono guardata intorno per capire di cosa dovessi occuparmi io in modo particolare. La prima fase, perciò, è stata di ricognizione e di comprensione».
«Su alcuni settori ho iniziato a lavorare in modo chiaro e determinato, mentre gli altri li ho un po’ trascurati –continua il titolare al Personale – sia perchè ho dovuto chiudere il mio lavoro con gli esami di stato, sia appunto perchè dovevo ambientarmi».
Sotto la lente di ingrandimento del vicesindaco c’è stato il problema del personale, “guaio” atavico di Palazzo Gentile con il suo organico sottodimensionato, ma non solo.
«Dopo un incontro formale di conoscenza delle persone e dei settori, ho iniziato ad analizzarli uno ad uno attraverso il metodo Swat, quindi punti di forza, debolezza, rischi ed opportunità. Il mio obiettivo non è stato solo quello di far emergere gli elementi negativi, ma anche quelli positivi di un settore complesso, incancrenito nel corso degli anni e che necessita di un cambio di rotta. Questo lavoro è stato completato, ed ho tirato fuori un report che sarà sottoposto all’attenzione della giunta e delle commissioni consiliari per capire in che direzione andare. In verità, gli stessi operatori hanno proposto migliorie perchè sono i primi che si rendono conto delle difficoltà nelle quali opera la macchina amministrativa».
«Qualcuno a breve arriverà –conferma Calò – ma è troppo poco rispetto alle reali necessità del Comune. Stiamo ovviamente capendo dove orientare le nostre forze, e penso in modo particolare al settore dei Servizi Sociali, dove ci sono 4 assistenti sociali che non fanno però quello per cui sono state assunte (svolgono mansione di front office in ufficio). Si può fare l’esempio del Territorio, oppure quegli ambiti, come Ambiente e Informatizzazione, dove c’è solo un uomo disponibile, la cui assenza quindi blocca tutto».
A tutto questo, poi, si aggiungono le leggi.
«C’è anche da dire, però, che anche una legislazione in continuo cambiamento ed evoluzione non aiuta, perchè molto tempo lo si perde nella lettura e nella assimilazione dei cambiamenti legislativi. Questo aspetto, poi, rimanda al problema della formazione del personale, su cui bisogna investire anche perchè non si è fatto molto in passato. A livello di numeri, per esempio, ci sono pochissimi impiegati categoria “c” (i cosiddetti diplomati), mentre andrebbero responsabilizzati e qualificati gli impiegati categoria “b”(quelli addetti alle fotocopie, ai fax, telefax, posta in arrivo ed uscita). Non è dunque solo l’inserimento di personale, ma bisogna fare, allora, un discorso più ampio e complessivo, anche perchè va alleggerito il lavoro del segretario generale, dirigente ad interim di molti settori».
In tema di personale, inoltre, da ottobre si parla di assunzioni grazie al Piano di fabbisogno triennale. Quante gente effettivamente arriverà?
«Non sono vere e proprie assunzioni, ma arrivi per mobilità da altri enti di gente che magari chiede di spostarsi. Entro mercoledì, gli organi preposti metteranno a punto il Piano di fabbisogno, ed in base a quel piano, che raccoglie le richieste di ogni singolo settore, vedremo come muoverci. Attualmente, comunque, possiamo assumere non più di 8 – 9 unità, e la linea che adotteremo è quella di individuare funzionari che possono avere posizione organizzativa, come abbiamo fatto per Puzziferri e la Palmieri. Andremo questa direzione perchè sarà la linea adottata dal 2015 in poi e va nell’ottica di risparmio della spesa».