Due giorni di commemorazioni, per celebrare il centesimo anniversario della fine della Grande Guerra e per rendere il giusto omaggio ai tanti caduti, di cui circa 400 erano bitontini. È stato questo l’obiettivo dell’evento “A cent’anni dalla Grande Guerra”, organizzato dall’associazione culturale “Davide Delle Cese” e dal Centro Ricerche di Storia e Arte Bitontine, in collaborazione con il Comitato “Bitonto onora i suoi caduti”.
Ad aprire la due giorni “Parole e musica dal fronte”, il concerto dell’orchestra sinfonica di fiati “Davide Delle Cese” diretta dal maestro Vito Vittorio De Santis tenutosi nella chiesa di San Gaetano.
Mentre domenica 4 novembre al Museo Archeologico De Palo – Ungaro si è inaugurata la mostra “A cent’anni dalla Grande Guerra”. Una mostra, organizzata dalla Fondazione De Palo – Ungaro e dal Centro Ricerche di Storia e Arte, con il patrocinio del Comune di Bitonto, che fa ripercorrere i tragici momenti prodotti dal conflitto mondiale, soprattutto nel nostro territorio, attraverso materiale in gran parte proveniente dall’Archivio Storico e dalla Raccolta Privata del bibliofilo Vincenzo Luisi.
Sono esposti manifesti, fotografie, lettere, documenti rari, tra cui comunicazioni dell’epoca del Comune di Bitonto, cartoline, giornali. La mostra si propone di raccontare il forte impatto che il conflitto stesso ha avuto sulla nostra realtà socio-economica, perché la guerra non riguardò solo i luoghi di combattimento, ma anche le città lontane dal fronte. Giungevano anche qui volantini lasciati cadere da aerei austriaci su Mola di Bari o sulle trincee, volantini di protesta degli studenti di Monopoli, lettere dal fronte, cartoline e diari di guerra, come quelli del soldato Francesco Birardi.
«La mostra è ricca e stravagante e testimonia che la guerra fu vissuta anche da chi restava in città. Ci sono anche giornali dell’epoca con firme importanti, come Simoni, D’Annunzio. L’archivio storico è una miniera di informazioni» spiega Nicola Pice, presidente della Fondazione De Palo – Ungaro, augurandosi l’interessamento delle scuole: «Ad arricchire il tutto ci sono anche le lettere di guerra, il diario, le fotografie del soldato Francesco Birardi, un ragazzo bitontino, liceale, che sul fronte morì. Sia lettere alla famiglia sia al cugino di Acquaviva, in cui spiegava qualche drammatico dettaglio in più, raccomandandosi di non farlo sapere ai genitori».
Documenti in cui si legge il dramma della guerra, nonostante il vaglio della censura dell’epoca, che cancellava riferimenti a luoghi, emozioni vissute dai soldati. C’è sempre l’appello a rincuorarsi, come sottolinea Pice: «Non abbiamo verificato, ma sarebbe interessante provare a sollevare i francobolli, perché spesso i soldati sotto di essi scrivevano informazioni in modo che sfuggissero alla censura».
«L’anniversario della Prima Guerra Mondiale ha suscitato un grande interesse nella comunità. Si è creato un movimento di opinione che si è chiesto sul perché non realizzare, a Bitonto, un monumento ai caduti, dal momento in cui quello che sta non piace. Ne è nato un concorso di idee a cui hanno partecipato da tutta Italia» aggiunge Stefano Milillo, presidente del Centro Ricerche, annunciando che sono in mostra anche i 24 bozzetti inviati dai partecipanti al concorso.
«Pensavamo ad una più ampia partecipazione dei bitontini e questo ci dispiace, ma ci rincuora il fatto che abbiano partecipato da tutta Italia, dalla Lombardia alla Sicilia, e anche dall’estero» spiega Antonio Stellacci, del Centro Ricerche, sottolineando che i bozzetti sono stati giudicati da una commissione che ha già decretato un vincitore, ma che tutti i lavori sono anche sottoposti al voto dei visitatori e il vincitore avrà un premio.
«La memoria e la narrazione, oggi, tendono sempre più a svanire. Ecco perché è importante l’attività del Centro Ricerche, in quanto aiuta a riguardare il passato andando oltre la retorica e il vuoto patriottismo. E riguardare il passato significa guardare bene il presente, per avere quegli anticorpi che solo la conoscenza e l’approfondimento possono darci. È un dovere civico e morale rileggere quegli eventi per capire l’oggi e formare una massa critica» conclude il vicesindaco Rosa Calò, in rappresentanza dell’amministrazione comunale.
La mostra resterà aperta sino al 30 novembre 2018 e sarà visitabile dalle 9 alle 12.30 e dalle 17.30 alle 19.30 (domenica esclusa).