DI ANTONELLA LECCESE
Le poche e semplici norme da rispettare per contenere la diffusione del Covid-19, e tutto ciò che ne consegue, dovrebbero essere ormai chiare, visto che vengono ripetute, riscritte, ribadite, ripubblicate ovunque, e ogni giorno. Distanziamento sociale, frequente e accurata igienizzazione delle mani, e utilizzo della mascherina sono, ormai, diventati un mantra nelle nostre giornate, da ben nove mesi. A Bitonto, tuttavia, qualcuno continua, con coriacea ostinazione, a fare orecchie da mercante e a rifiutarsi di indossare la mascherina nei luoghi pubblici.
Una lettrice ci scrive: “A Bitonto quasi nessuno indossa le mascherine, e molti, se ce l’hanno, la usano in modo non corretto”.
Ed in effetti le mascherine (della cui scarsa reperibilità ci siamo lamentati per mesi), tutt’al più possono ambire ad essere un accessorio fashion di ultima generazione: oltre a quelle chirurgiche, sono ormai molto diffuse quelle in stoffa, monocolore, a fantasia, a stampa, a pois, a strisce, zebrate, leopardate, e chi ne ha più ne metta. Nonostante tutto, però, non è ancora chiaro che non vanno indossate intorno al braccio, al collo a mo’ di foulard, sotto il naso “per respirare meglio”, in tasca “così se mi serve ce l’ho pronta”.
La loro unica e tassativa ubicazione è sul viso, a coprire completamente naso e bocca, e vanno indossate sempre, se si è all’aperto o se non si può rispettare il distanziamento. Con la speranza che, oltre a contenere la diffusione del virus, possano anche coprire un po’ della maleducazione dilagante.
“Ho chiesto a un signore di indossare meglio la mascherina”, prosegue infatti la nostra lettrice, “e mi sono dovuta allontanare mentre mi riempiva di insulti. A Bari la situazione è molto più controllata”.
L’invito, ancora una volta, è a cercare di attenersi scrupolosamente alle norme anti-contagio, perché sono la nostra unica arma per evitare catastrofi, per non intasare gli ospedali, per cercare di uscire il prima possibile da quest’incubo, che riguarda tutti.
La lettrice conclude la sua richiesta esasperata con le parole: “Sembra quasi di vivere in un film horror”.
E anche chi non sia particolarmente cinefilo, può intuire, a lume di naso, che i film horror con un lieto fine sono davvero pochi. Non a caso, infatti, i contagi non accennano a diminuire e, se non si inverte la rotta una buona volta, il futuro potrebbe non essere affatto roseo.