“Il mondo è davvero un gran teatro e siamo tutti commedianti. La calunnia è un venticello, un’auretta assai gentile che insensibile, sottile, leggermente, dolcemente incomincia a sussurrar…”. L’apertura della celebre aria di don Basilio ne “Il Barbiere di Siviglia”, riassume il senso scenico e la lettura sociologica della più nota opera scritta da Gioachino Rossini nel 1813. Molto di quest’opera è stata resa domenica sera presso l’Auditorium “Emanuele e Anna Degennaro” a Bitonto, dall’Associazione Musicale Filarmonica Bitontina, nello spettacolo “Rossini e il Barbiere” per voce narrante, cantanti lirici ed ensemble strumentale.
Il concerto inquadrato nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dalla morte del compositore (avvenuta a Passy de Paris il 13 Novembre 1868), ha preso le mosse con buona originalità dal Barbiere rossiniano, con l’intento di condurre lo spettatore nei retroscena della sua composizione. L’ass.ne “Filarmonica Bitontina”, presieduta dal Rag. Giusy Barone, ha investito e creduto molto in questa produzione per celebrare il genio di Rossini. Nella lettura proposta domenica sera dell’opera, della vita e dei vizi di Rossini, angolata dal punto visuale di Olimpia Péllisier, seconda moglie di Rossini, interpretata in modo pregevole da Maria Concetta Tatulli, c’è la lunga attesa prima di essere riconosciuta “consorte” dopo la morte della moglie del musicista (il famoso soprano Isabella Colbran), le manie di dipendenza dal cibo di Rossini, l’insuccesso del Barbiere di Siviglia alla sua prima rappresentazione: tutto questo s’intreccia con i personaggi dell’Opera più famosa al mondo.
I testi di Lucia Margherita Marino hanno accompagnato un cast di cantanti eccellenti, come il soprano Carmen Lopez, nel ruolo di Rosina (notevole la performance, per correttezza vocale e intonazione, della Cavatina di Rosina Una voce poco fa) ed il baritono Gerardo Spinelli in quello di Figaro (applauditissima la relativa Cavatina); ensemble strumentale composto da valenti concertisti come i maestri Michele Chiapperino al flauto, Gianpaolo Santamaria all’oboe, Roberto Ladisa al corno, Giorgio D’Elia al sax, ed i maestri Antonio Dimaso, Benito Michele Turturro, Giuseppe Maria Francesco Cotugno, Teresa Spinelli ai clarinetti, tutti sapientemente diretti dal maestro Michele Consueto, che ha curato anche l’adattamento musicale. Il direttore artistico della Filarmonica Bitontina, il maestro Nicola Cotugno, che per l’occasione è stato clarinetto basso dell’ensemble, ha voluto sottolineare che “il fine precipuo dell’associazione è quello di trasmettere ai più giovani la passione per la musica. Arte, che attraverso la magia dei suoni conduce a vivere momenti di intensa emotività, superando ogni limite temporale, ogni confine, ogni barriera ideologica”.
Rossini e il Barbiere, dunque, di là dallo stereotipo dell’opera buffa, e delle esigenze del suo catalogo, continua a suscitare grande curiosità tra il pubblico e gli addetti ai lavori. Con Rossini si resta sempre in un limbo interpretativo, nella privilegiata messinscena dell’opera buffa rispetto alla poliedricità della commedia di Beaumarchais, e ci si aggrappa all’unico registro intimo condiviso, quello delle emozioni, ovviamente destinate ad un ineluttabile “crescendo”…