Tra i 400 soldati bitontini morti durante la Prima Guerra Mondiale, vanno annoverati anche coloro che provenivano da quella che, all’epoca, era la marina di Bitonto. Parliamo di Santo Spirito che, in questi giorni, celebra il ricordo dei suoi soldati. I loro nomi sono impressi sul Monumento ai Caduti che si innalza di fronte alla stazione ferroviaria della frazione barese. Qui è stata deposta, nei giorni scorsi, una corona d’alloro, a conclusione della cerimonia organizzata dalla locale Pro Loco e dal Comune di Bari, con la collaborazione della Banda Musicale “Nino Rota”.
Amoruso Giuseppe fu Vito, Bisceglie Michele di Giuseppe, Coletto Francesco di Michele, De Benedictis Leonardo di Gaetano, La Gioia Vincenzo di Gaetano, Maiorano Donato di Emanuele, Minervino Vito di Antonio, Papapicco Vito Santo di Pietro, Sblendorio Antonio di Francesco, Scioscia Michele di Nicola. Sono questi i nomi incisi sul monumento. Nomi da cui traspare l’antica cittadinanza bitontina. Fino al 1928 Santo Spirito era frazione bitontina, prima che il fascismo la trasformasse in frazione barese, per volontà dell’allora sottosegretario al ministero dei Lavori Pubblici Araldo di Crollalanza, che due anni dopo diventerà ministro dello stesso dicastero.
«Nei tre anni di guerra il numero delle vittime era stato enorme: circa 600mila, un milione tra feriti e mutilati, migliaia i dispersi. Il contributo della nostra Regione non era stato da meno, praticamente quasi tutte le nostre famiglie avevano avuto un proprio familiare “Combattente della Grande Guerra”. Monte San Michele, San Martino del Carso, il fiume Isonzo, Gorizia, sono le località dove i nostri nonni hanno scritto pagine di storia che il tempo non può cancellare» ricorda Giovanni Battista Cersosimo, che l’anno scorso intervenne a Bitonto per ricordare il contributo di Santo Spirito nella Grande Guerra. In quell’occasione ricordò anche un episodio poco conosciuto. Il 26 agosto 1915, poco prima dell’alba, due navi da guerra dell’impero austroungarico esplosero a sorpresa alcuni colpi di cannone verso l’allora frazione di Bitonto. Nessun grave danno, ma solo tanta paura per gli abitanti della località marina. Fu un episodio isolato di una guerra che fu combattuta al Nord Italia, per conquistare i territori irredenti. L’episodio fu ricordato, nel ’77, dal professor Gregorio Ancona, già docente del Liceo Classico, nel libro “Santo Spirito – Bari – Villaggio rimpianto”.