Il Consiglio comunale di ieri? Tutto rimandato a novembre. A dopo il Piano di risanamento. Che sarà spartiacque di tante cose.
Il resoconto dell’assise cittadina, che all’ordine del giorno aveva ancora un focus sui conti dell’Azienda servizi vari, è tutto qui. Chi si aspettava bagarre (a parte un ennesimo scontro verbale dialettico tra il sindaco Michele Abbaticchio e l’ex assessore Michele Daucelli) o magari qualche dettaglio più approfondito, è rimasto deluso, nonostante un dibattito di quasi tre ore sulla vicenda.
E in aula ha fatto nuovamente visita la Sanb, che ormai sembra destinata a essere messa da parte senza mai essere partita.
“L’Asv può essere risanata”. Davanti ai membri del Consiglio di amministrazione (almeno quelli della parte pubblica, e quindi il presidente Massimo Labianca e Cinzia D’Eliso), l’opposizione ha tentato di capire perché l’Azienda servizi vari sia in perdita da tre anni, chiuderà anche quest’anno in rosso, e lumi sul recesso del socio privato.
Il primo a incalzare il Cda è stato Michele Daucelli (Insieme per la città) che, riferendo come l’azienda ha iniziato a soffrire una volta che si sia aperta all’esterno, ha sottolineato alcuni aspetti non di poco conto. Bilancio 2018 in probabile perdita per 500mila euro, meno liquidità, più costi dei servizi, più debiti verso i fornitori, e dubbi sui crediti in sofferenza.
Il neonato organo – è in carica dal 26 luglio – ha cercato di tranquilizzare tutti, anche quella parte dei dipendenti che affollava l’aula. “L’Asv può essere risanata – ha sottolineato Labianca – perché ha tante potenzialità incredibili ma ancora inespresse. Bisognerebbe solo fare qualche adeguamento e togliere alcune vecchie logiche aziendali per aprirla verso il futuro. Piano di risanamento? Complesso, ma sarà chiaro quando lo presenteremo il 30 ottobre all’Assemblea dei soci. Le cause dei rossi in bilancio? Complesse anche quelle. Il recesso del socio privato? Nelle sue facoltà, ma noi stiamo contestando le motivazioni e un suo allontanamento non significa messa in liquidazione dell’azienda. A Cerveteri e Mesagne stiamo operando bene, a Bitonto anche seppur siamo sotto organico”. “Le perdite degli ultimi bilanci – ha chiarito D’Eliso – derivano dalle fasi di start Up dei vari cantieri che si sono aperti e dagli investimenti fatti”.
Carmela Rossiello (Forza Italia) ha invece sferzato sostenendo che l’Asv è usata per prebende elettorali. Lo dimostrerebbero – a sua detta – le varie consulenze degli organi di vigilanza, la lettera del settembre 2017 con cui “70032-Città in movimento” chiedeva al primo cittadino la presidenza del costituendo Consiglio di amministrazione, la scelta del membro femminile del Cda, arrivata ben dopo la scadenza dell’Avviso Pubblico, e si è chiesta quanto costa l’accordo tra il nostro sindaco e quello di Cerveteri, Alessio Pascucci.
Se Cataldo Ciminiello (Gruppo Misto) si è soffermato proprio sulle eccessive consulenze, Emanuele Sannicandro (Insieme per la città), ha chiesto risposte politiche sulla gara a doppio oggetto, di cui si parla da tempo.
Ne sono arrivate poche, perché l’amministrazione – Abbaticchio dixit – intende dire la sua una volta visto il Piano di risanamento.
La Sanb è ancora in agonia. Archiviata la questione Asv, l’emiciclo ha licenziato il provvedimento sulla revisione straordinaria delle partecipate. Carmela Rossiello ha manifestato perplessità e dubbi sugli effettivi benefici portati dalla Conca Barese e dal Gal Fior d’Olivi, mentre Emanuele Sannicandro si è posto, tra gli altri, un importante interrogativo: la Società ambientale Nord barese, la Sanb.
“Si trova in fase di liquidazione – ha ricordato il sindaco – ma il Comune è l’unico che ha fatto i compiti a casa per quanto riguarda le procedure da fare per la ricapitalizzazione. Ovvio che i tempi, per vicissitudini che dipendono da altri Comuni coinvolti (vedi Corato e Molfetta, ndr), si stanno allungando, e per questo gli uffici stanno già predispondendo le carte per la gara a doppio oggetto per l’Asv. Anche perché per il Porta a porta allargato non possiamo più aspettare”.
Nulla di nuovo, in pratica.
Il disco verde è arrivato con 15 voti favorevoli e 2 astenuti (Partito democratico), mentre il resto dell’opposizione si è dichiarata fuori dall’aula al momento del voto.
Il Consiglio, in pratica, è finito qui, perché il Regolamento sulle lampade votive è stato ritirato perché sarà oggetto di alcune modifiche.