Quella che ci facciamo questa mattina è solo una domanda.
E come direbbe il nostro più insigne collega de “Il Fatto”, Antonello Caporale, “Il giornalismo pone le domande, gli amministratori hanno l’obbligo di dare risposte”. E queste non necessariamente devono coesistere nello stesso scritto.
È notizia dei giorni scorsi (leggi qui: https://bit.ly/2KmsCie) che il processo a carico degli indagati per i fatti del 30 dicembre 2017 – il mandante, gli autori materiali della sparatoria e i responsabili delle altre sparatorie di quella mattinata terribile – si celebrerà con rito abbreviato i primi di settembre.
Il Comune ha intenzione di costituirsi parte civile nel processo?
La nostra città è stata ferita, lacerata, vituperata, dalla mano dei criminali che hanno l’unico intento di dividersi il mercato della droga, come se Bitonto fosse solo una grande torta da spartire e divorare. Senza tener conto di nulla.
E se all’epoca della sparatoria del 2 luglio 2013 in piazza Partigiani, che fece il giro d’Italia, la costituzione a parte civile fu solo un proclama, questa volta la gente si aspetta che alle parole seguano i fatti.
Le spiegazioni del tempo portavano, tra le varie versioni, quella che i colpevoli (uno di quelli, Sabba, è lo stesso che ha sparato il 30 dicembre) avevano avuto (appena, eh) il tentato omicidio e il porto illegale d’arma da fuoco e che, quindi, in assenza dell’aggravante mafiosa, non si sarebbe potuto fare altrimenti.
A cominciare dagli arresti fatti ad ottobre dalla Polizia di Stato – a seguito del pestaggio del cugino di Giuseppe Pastoressa: https://bit.ly/2gKBVjh – per terminare a quelli legati proprio all’omicidio Tarantino (https://bit.ly/2DzDQMJ), è stato contestato l’art. 7 Leg.203/91 cioè l’aggravante di aver agito con il metodo mafioso, appunto.
Nel 2013 il dirigente del Commissariato, Francesco Triggiani, disse che i cittadini che fuggivano, non avevano fiducia nelle istituzioni, “meritano di avere quello che hanno”. Una città che era ancora profondamente silenziosa e ferita. Oggi qualcosa, forse, è cambiato, e meritiamo di avere anche qualcosa in più: che le istituzioni si prendano cura di noi.
Quindi, senza polemiche alcune, vorremmo solo delle risposte. Anzi, una sola. Chiara. Nitida. Incontrovertibile.