Era il 30 ottobre del 2016. Sta nascendo un nuovo giorno, sono le 7,40 del mattino.
Una violenta scossa di terremoto scuote nuovamente il centro Italia. L’epicentro è in Umbria, in provincia di Perugia, nei pressi del comune di Norcia. Tornano terrore e paura.
La terra continua a tremare, per l’ennesima volta, nel centro Italia. La scossa è violentissima, terribile, interminabile. Provoca danni e devastazione. Soprattutto getta nello sconforto più totale la gente del cuore d’Italia, già provata da altre scosse, nel giro di poche settimane: quella del 24 agosto 2016, alle ore 3,36, in piena notte, nel Lazio, tra Accumuli ed Amatrice, nel rietino; e le due del 26 ottobre con epicentro nel maceratese, nelle Marche, quella delle 19,11 a Castelsantangelo sul Nera, e quella delle 21,18 ad Ussita.
Il centro Italia, dunque, le Marche in particolare. Ed è proprio in queste terre che è in ritiro il Bitonto, che sta preparando a Camerino il prossimo campionato di Serie D.
E nella giornata di ieri, al termine dell’allenamento mattutino, una delegazione neroverde – composta dallo staff tecnico, guidato da mister Pizzulli, e dallo staff dirigenziale al seguito del ritiro neroverde nelle Marche – si è addentrato nella cosiddetta “zona rossa” di Camerino, ovvero nel centro storico colpito e devastato dalla scossa delle ore 7,40 di quel giorno di fine ottobre di quasi due anni fa. Si è trattata di una visita piene di dolore, silenzio e sgomento, ed organizzata da Giorgio Bottacchiari, proprietario del Relais Villa Fornari che ospita in questi giorni il Bitonto nel ritiro marchigiano.
Da quella scossa nulla è più come prima. Il centro storico è stato completamente evacuato tanto da diventare un autentico luogo fantasma, dove regna un silenzio assordante, irreale, sconfortante.
Durante la passeggiata – supportata dai volontari della Protezione Civile, che hanno attrezzato la delegazione del Bitonto con le giuste misure di sicurezza, e concessa dai Vigili del Fuoco e dall’Esercito Italiano, che presidia i vari punti di accesso per fronteggiare eventuali azioni di sciacallaggio – è stato possibile osservare i numerosi danni provocati dal sisma: palazzi lesionati, crolli, auto distrutte dai pesanti massi caduti, abitazioni sventrate, edifici messi in sicurezza per scongiurare nuovi crolli. Delle centinaia di abitazioni presenti, solo 26 sono state dichiarate agibili, ma ugualmente inaccessibili per motivi di sicurezza.
Dopo il sisma, i circa 7mila abitanti di Camerino (noto centro universitario, in grado di arrivare fino a circa 13-14mila residenti proprio grazie agli studenti) sono stati tutti evacuati e solo una parte, circa 2500, sono potuti già rientrare nelle loro abitazioni. I restanti abitanti sono in attesa di poter tornare a Camerino e momentaneamente sono ancora collocati sulla costa (Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio, Ancona, Civitanova Marche, Fermo). Costoro, però, sono ormai prossimi a ricevere le casette prefabbricate, la cui costruzione procede fortunatamente con buona lena: già 300 sono state consegnate, nelle prossime settimane saranno invece disponibili le ultime abitazioni, con la conclusione dei lavori ormai alle porte.
Fortunatamente le diverse scosse del 2016 non hanno provocati morti in quel di Camerino, ma solo danni e devastazioni. La scossa del 24 agosto ha solo lesionato un palazzo del centro storico, quelle del 26 ottobre hanno messo sì in allarme la popolazione ma non ha provocato danni ulteriori, mentre quella del 30 ottobre ha davvero cambiato – forse per sempre – il volto di Camerino.
Una scossa interminabile, lunga circa quattro minuti. Assolutamente non paragonabile per violenza e forza distruttiva con quella del 1997, in Umbria, ad Assisi: anche quella scossa fu avvertita a Camerino, lesionò numerosi palazzi che furono messi comunque in sicurezza completamente, nell’arco di dieci anni. Ma il sisma dell’ottobre 2016 è tra i più forti mai avvertiti in Italia, al pari di quello dell’Irpinia nel 1980.
Una visita dunque simbolica per avvicinare il cuore di Bitonto e dei bitontini a Camerino, alle Marche e a tutto il Centro Italia.
Come recitano le magliette di tanti marchigiani: Io non crollo!
Forza Camerino, forza Marche, forza Centro Italia!