“Bitonto vince l’ennesimo finanziamento regionale, forse il più importante. Non per la somma (370 mila euro), ma per lo scopo: lo studio lo studio di caratterizzazione per l’esecuzione dell’analisi di rischio di cosa realmente insiste sul sito della ex discarica di Torre d’Agera”.
È questo il messaggio che il primo cittadino, Michele Abbaticchio, dedica alla cittadinanza sulle colonne dei social. La vicenda, in effetti, andava avanti da 9 anni – dal 2009 – ed è forse il caso di metterci un punto fermo, soprattutto per la vocazione agricola del territorio: “Ringrazio gli uffici dei lavori pubblici e dell’ambiente per non aver mollato, consegnando a questa amministrazione ed alla nostra comunità la speranza di un territorio più sano per quello che verrà”.
La ricostruzione. La discarica di rifiuti solidi urbani in contrada Torre d’Agera – che serviva l’area di Modugno e Bitonto -, nella zona artigianale, ha creato non pochi problemi ambientali con l’inquinamento della falda acquifera. L’aria irrespirabile per chi abita in zona. Molti l’hanno considerata una “bomba ambientale”. Risultata già sotto sequestro dal 2008, perché la falda risultava “gravemente inquinata, ma fu il dott. Francesco Bretone della Procura della Repubblica a documentarlo: il 4 marzo del 2009, infatti, arriva una nota che invitava ad intraprendere “iniziative celeri per la prevenzione e il ripristino ambientale”, revocando, di fatto, la facoltà d’uso della discarica facente capo alla Ecoambiente Srl dei Matarrese. La nota fu trasmessa all’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell’Ambiente (Arpa), assieme allo studio effettuato dall’Università di Bari sull’inquinamento provocato dalla discarica nella falda acquifera.
“L’acqua dei pozzi – si leggeva nella consulenza – si presenta di colore scuro, con tonalità giallo-marrone, fortemente maleodorante e con vistosa presenza di schiuma. La falda si trova ad una profondità di 50-55 metri e defluisce verso il mare”. E all’interno c’era di tutto: ferro, manganese, arsenico, nichel (induce stati allergici e alcuni suoi composti – come fumi e polveri di solfuro di nichel- possono essere estremamente pericolosi e cancerogeni), cromo esavalente (cancerogeno, è un irritante per gli occhi, la pelle e le mucose) e vanadio (non si trova in natura, altamente tossico e se inalato, causa il cancro alle vie respiratorie).
L’Arpa, però, attraverso uno studio idrogeologico del 26 febbraio 2009 – precedente alla nota, quindi – evidenziava uno stato di inquinamento notevole della falda causato da una perdita di percolato. Una situazione grave, che andava immediatamente comunicata al proprietario del sito affinché potesse adottare le procedure di bonifica.
Un passo in avanti ulteriore lo si ha cinque giorni dopo, il 9 marzo 2009, quando dagli uffici ambientali del Comune di Bitonto e dalla Asl arriva l’ordinanza sindacale di sospensione, in via precauzionale, delle acque ad uso irriguo.
I risvolti. «Alla pubblicazione della graduatoria sul Bollettino Ufficiale n.89 del 5 luglio scorso seguiranno comunicazioni degli uffici regionali preposti – Sezione Ciclo Rifiuti e Bonifiche – per avviare la procedura di bando di gara necessario per aggiudicare l’esecuzione dell’intervento. Una buona notizia per il nostro territorio», conclude l’assessore all’Ambiente Rosa Calò.