Conferire, sia pure solo a livello simbolico, la cittadinanza italiana ai minori nati in Italia da genitori stranieri e residenti a Bitonto. Magari anche con una cerimonia pubblica.
È questo l’obiettivi del provvedimento proposto da 11 consiglieri tra maggioranza e opposizione e lanciato già a febbraio da “Città democratica”, con tanto di lettera al sindaco Michele Abbaticchio. Provvedimento che ieri è stato approvato in consiglio comunale, in un periodo in cui tutta l’agenda politica e dei media è quasi interamente occupata dalla questione migranti, tra accoglienza e respingimenti. Il documento si inserisce nell’ottica delle varie campagne Unicef e riprende l’articolo 7 della Convenzione Unicef sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
«Dietro ogni persona che giunge in Italia c’è un vissuto, una terra d’origine, una religione, una lingua, degli affetti, un lavoro, degli studi. E le campagne di propaganda non possono e non devono generare in noi lo stereotipo del migrante come una persona naturalmente meno dotata, infida e pericolosa, incline alla delinquenza. Torneremmo indietro di decenni, dimenticando le tante amare lezioni della storia del Novecento» è il punto di partenza del documento proposto ieri alla massima assise cittadina, letto dal consigliere Francesco Brandi: «Con questa delibera e con la cerimonia pubblica che ne consegue, per la quale si propone la data del 20 novembre, giornata internazionale dei diritti dell’infanzia, quest’assise, a nome della comunità che rappresenta, dà un segnale preciso e forte della sua decisione di superare i modelli di accoglienza che si stanno affermando in diverse parti d’Europa e d’Italia, fondati su pregiudizio e chiusura preventiva. S’intende invece sposare un modello di cittadinanza inclusivo. Includendo si perimetra lo spazio della legge: pertanto si accoglie, è vero, ma anche si protegge. Accogliendo si apre la porta della comunità, proteggendo si chiude quella delle mafie (dilagano le mafie dove c’è poca comunità nella legge). Che questo avvenga a favore dei minori non può che essere ancora più simbolico: assume il carattere di una scommessa sul futuro della comunità».
Si chiede, quindi, di attivare un percorso affinchè il Comune possa conferire una cittadinanza simbolica, ai minori nati in Italia da genitori stranieri: «La cittadinanza non supplisce giuridicamente al riconoscimento dello Ius Soli, e ha quindi soltanto valore simbolico, culturale e sociale, in quanto indica chiaramente la volontà, da una parte, di formalizzare l’accoglienza e, dall’altra, di condividere leggi e regole che ogni abitante di una comunità è tenuto a rispettare».
A supportare l’approvazione del provvedimento ci sono, in aula, anche ospiti esterni che, in via eccezionale, hanno potuto esprimersi. Don Vito Piccinonna, della Fondazione Santi Medici, invita l’aula ad adoperarsi perché si implementino percorsi di inclusione seri e concreti, anche per evitare un pericoloso malcontento all’interno delle nuove future generazioni. Mentre Progetto Continenti, tramite Mimma Torres, chiede di approvare il documento anche per contrastare la visione negativa del migrante propagandata dalla politica e amplificata dai media. Ultimo ospite è Giuseppe Volpe, consigliere comunale di Terlizzi, che invita i colleghi bitontini a dire “sì” alla proposta, perché riguarda «bambini italianissimi, che parlano la nostra e i nostri dialetti, studiano con i nostri figli. È una questione umana, non politica».
Quasi tutta l’assise si è mostrata a favore del documento, con la sola, parziale eccezione di Carmela Rossiello (Forza Italia) che ha preferito astenersi, vedendo nel provvedimento «una matrice ideologica e politica fine a se stessa, che avrà l’unico effetto di promuovere cerimonie ideologiche».
Per la forzista il discorso è più ampio e complesso: «Non sono assolutamente contro l’accoglienza e, nelle scuole, si fa già tanto per integrare i ragazzi. Ma c’è bisogno di fare chiarezza su quel che, concretamente, si vuole fare dopo, perché oltre l’accoglienza serve altro. Serve integrazione ed inclusione».
Quella di Rossiello è la sola voce fuori dal coro. Il resto del consesso dà parere favorevole al documento, che viene così approvato.
Ora, dopo il via libera dell’assemblea consiliare, la palla passa alla segreteria del primo cittadino che dovrà organizzare la cerimonia di consegna, per poi comunicarne l’esito al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.