Cinque persone in carcere, 12 agli arresti domiciliari e 4 liberi professionisti costretti all’obbligo di firma e all’interdizione per un anno dall’esercizio dell’attività e divieto di assumere uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese.
È questo l’esito di una maxi operazione della Guardia di Finanza di Rho (Milano), per una frode fiscale di quasi 300 milioni di euro, messa in atto da un’associazione per delinquere tramite un consorzio di società del settore della macellazione.
Nell’inchiesta, coordinata dai pm di Milano Maurizio Ascione e Gianfranco Gallo, che conta più di 50 indagati, sono coinvolti i bitontini Francesco Giordano e Francesco Paolo Noviello, amministratori di fatto e di diritto dell’US Bitonto.
I due avrebbero usato la società calcistica per emettere fatture false per operazioni inesistenti, al fine di consentire a terzi l’evasione IVA di poco più di 1 milione di euro.
Nelle ordinanze di custodia cautelare, firmate dal gip Guido Salvini, si legge che “nessuna delle quattro società consorziate sponsorizzanti è stata in grado di produrre in atti alcuna documentazione e/o altro materiale comprovante l’effettuazione dell’attività di pubblicità/sponsorizzazione radiofonica, come riportato nell’oggetto delle singole fatture”.
Lo stesso gip ha disposto anche il sequestro a fini di confisca di beni in tutta Italia di un valore complessivo di 60 milioni di euro.
Tra questi, oltre l’US Bitonto, figurano anche il ristorante bitontino “C’era una volta” e un locale sul Lungomare di Bari.
Le operazioni, che ha visto impegnati oltre 200 uomini delle Fiamme Gialle, si sono svolte nelle province di Bari, Bergamo, Biella, Brescia, Caserta, Crotone, Fermo, Foggia, Forlì-Cesena, Lecce, Macerata, Milano, Modena, Novara, Rimini, Roma, Savona, Taranto, Teramo, Torino, Venezia e Vercelli.
Le indagini hanno permesso di smascherare l’esistenza di un sistema associativo e di ricostruire una frode ai danni dell’Erario, attuata tramite la costituzione del consorzio “Servizi Globali Società Consortile per azioni”, con sede e uffici in provincia di Milano, operante nel settore macellazione e lavorazione carni.
In particolare, è stata eccepita l’inconsistenza dell’intera struttura consortile con a capo Angelo Basile e Francesco Giordano, ritenuti dal gip “i dominus del sodalizio criminale”.
I due uomini al vertice del sodalizio avrebbero operato per la progressiva monopolizzazione del mercato nazionale di riferimento e per la movimentazione di ingenti masse di capitali illeciti. Si trattava in realtà di S.rl. o S.r.l.s, intestate a “prestanome”, nelle quali venivano sistematicamente creati rilevanti crediti IVA fittizi, attraverso la presentazione di dichiarazioni annuali fraudolente (mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti) e infedeli.