I concittadini che, nella giornata di ieri, hanno gonfiato giustamente il petto dinanzi al racconto fatto da tg e giornali delle gesta eroiche di un vigilante bitontino che ha sventato una rapina in quel di Taranto, non sanno chi è Tarantino Giuseppe per gli amici Pinuccio. Ogni dì che passa, ognuno di noi è il riassunto dei giorni vissuti. Ergo, ogni suo atto si ricuce con coerenza e fedeltà alla sua biografia. Fatta questa fondamentale premessa – che dovrebbe valere per tutti, massime i politici, ma questa è un’altra, triste storia -, passiamo a scontornare il personaggio. Pino è una montagna d’uomo, coniuga con mirabile, classico spirito cuore, mente e muscoli, ha solida cultura storico-politica e filosofica, per cui può spaziare con disinvoltura da Aristotele a Kant, passando per Cicerone. Invera cotidie il motto antico “mens sana in corpore sano”. Adora, per di più, lo sport, dal quale ha tratto anche una certa forza etica, che lo rende impavido nelle situazioni di difficoltà. Ecco donde nasce il coraggio sconfinato che ha mostrato ieri nello sfidare senza paura i quattro rapinatori, che, armati di asce, martelli e scacciacani, stavano provando a svaligiare una gioielleria del centro commerciale Auchan in terra tarantina. “Nervi saldi e presa ferrea”, ha notato il collega Rai, ammirando anche il non aver fatto ricorso alle armi per bloccare i pur giovani malviventi. Pinuccio, dal suo canto, ha rimarcato l’intervento tempestivo degli agenti di Polizia che hanno completato l’opera, mettendosi poi sulle tracce dei delinquenti. Onore a Tarantino, dunque, esempio lodevole di come lo studio corrobori pure interiormente e incrollabile palladio di giustizia dinanzi alla miserabile mestizia di giovanissimi malvissuti.