Contrada san Cataldo, sulla strada provinciale 91 che collega Bitonto a Santo Spirito, o sempre al Maria Cristina di Savoia?
C’è attesa per la nuova sistemazione degli immigrati che da tempo alloggiano nello storico immobile bitontino. Ma l’ultima parola spetta alla Prefettura di Bari.
La storia. Tutto inizia a dicembre, allorché dalla Prefettura del capoluogo, in base alle nuove direttive imposte dal ministero dell’Interno e, soprattutto, visto l’incessante flusso di stranieri che continua ad arrivare sul territorio, decide per un Avviso Pubblico affinché vengano individuate strutture adatte per la loro accoglienza. Per intenderci. Il numero da sistemare si avvicina alle 3mila unità.
Al Bando, scaduto a fine gennaio, rispondono ovviamente attori del terzo settore. E, in modo particolare, due cooperative/soggetti che intendono farsi carico degli immigrati attualmente alloggiati all’Azienda per i servizi alla persona.
Da un lato c’è la cooperativa “Costruiamo insieme”, con sede legale a Taranto, che chiede di poter (ri)sistemare 110 extracomunitari “bitontini” sempre al Maria Cristina di Savoia. È la stessa, per intenderci, che già gestisce gli immigrati nella stessa struttura, e che si era interessata anche alle sorti dei dipendenti.
Dall’altro lato c’è il Consorzio “Opere di misericordia”, che invece richiede di partecipare per 81 posti complessivi nella struttura che si trova in contrada san Cataldo – già Fons Sylos – sulla strada che collega Bitonto a Santo Spirito.
Qualcosa, però, non quadra… Fin da subito, però, ci sono alcune cose che non quadrano. Già a febbraio, infatti, il Comune di Bitonto invia una missiva alla Prefettura per specificare alcune questioni. Grazie, infatti, ad alcuni controlli effettuati dalla polizia locale ed ambientale, da Palazzo Gentile sottolineano che nell’immobile di contrada san Cataldo, erano già in atto lavori edili funzionali prima ancora della richiesta del cambio di destinazione utile per poter, quindi, ospitare gli extracomunitari.
Nella lettera, però, si evidenziano anche alcune perplessità sull’altra cooperativa in gioco. In definitiva, allora, da corso Vittorio Emanuele, sottolineano un aspetto per nulla secondario: “entrambe le strutture sono prive di agibilità e di idoneità alloggiativa, requisiti indispensabili per l’ammissione alla procedura”.
Dalla Prefettura, però, vanno avanti e, oltre due mesi fa, decidono di chiedere a entrambi i soggetti in gara per l’affidamento degli immigrati una ulteriore documentazione proprio per superare le perplessità sollevate dal Comune.
La palla, adesso, passa alla Commissione ad hoc che deciderà quale è la proposta più soddisfacente.