Dalla professoressa Katia Rossiello riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Vediamo spesso sfrecciare per le strade della nostra città ragazzi di ogni età su questa tavola magica: lo skateboard, il tappeto volante di molti giovani!
“È la moda, poi passerà”dicevano anni fa. Ma più che di moda, io parlerei di passione quella con la P maiuscola, quella che non passa mai, che invece aumenta nelle persone caparbie, decise, forti, con grandi obiettivi che prevedono un lungo e duro cammino.
Come Francesco che vuole diventare rappresentante scientifico per aziende farmaceutiche e frequenta la facoltà di farmacia; Michele fumettista e studia presso una scuola di disegno; Vincenzo vuole diventare ingegnere informatico e studia alla facoltà di Bari, Alessandro ha come sogno nel cassetto quello di andare a Barcellona dove si incontrano tutti gli skater famosi del mondo; Ramon studia disegno industriale al politecnico di Bari per diventare progettista di design; Michelangelo vuole fare il medico ed è contento che al liceo classico di Bitonto si sia aperto un ramo più specifico per chi vuole andare a medicina; Pierpaolo viene da Barletta, dorme a casa della nonna nel week end per skeitare con i suoi amici di Bitonto.
Loro, insieme a tanti altri, sono più di una famiglia: sono una Scuola, come lo è stata la scuola di Barbiana! Non conoscono don Milani ancorchè tra loro viga la regola ” chi sa insegna a chi non sa”, a prescindere dall’età. Ognuno aiuta l’altro, si inventano un ostacolo come una cassetta da saltare lasciata lì per strada, riponendola poi nel cassonetto giusto, calcolano con precisione i loro esercizi, modulano la loro forza , si perchè per controllare uno skate occorrono sia capacità motorie condizionali (forza, velocità e resistenza), sia capacità coordinative generali spazio-temporali e controllo motorio che capcità specifiche come quelle di differenziazione cinestesica che consente di regolare la pressione dei piedi sulla tavola per realizzare le evoluzioni desiderate e poi tanto ma tanto equilibrio statico, dinamico e in volo. Accoppiare le combinazioni, differenziare i movimenti percepiti in vista di quelli da eseguire, variare le posizioni del corpo o di alcune delle sue parti rispetto allo spazio, al tempo e all’attrezzo ,appunto lo skate.
Il ritmo, molto personalizzato, la reazione sensoriale, tattile, acustica e poi tanta ma tanta fantasia motoria derivante dalla creatività rappresenta ciò che questi ragazzi apprendono con la passione, l ‘impegno, nonché il duro lavoro quotidiano con lo skate.
Il gioco in generale sviluppa nei ragazzi intelligenza, perché per il movimento occorre attivare il sistema nervoso centrale che, a sua volta, viene stimolato dal movimento stesso. Il gioco per i nostri piccoli ” è una cosa seria” e non possiamo toglierlo o dosarlo…. ma creare le condizioni affinchè questo venga svolto nella massima sicurezza. E’ per questo che anni fa hanno insistito nell’avere una pista da skateboard nella nostra città, senza dover andare a Bari alla caserma Rossani, a Molfetta a pagamento, a San Giovanni Rotondo dove hanno costruito una pista comunale. L’amministrazione Abbaticchio ha trovato dapprima un luogo “rifugio” per loro, il Maria Cristina, dove per un lungo anno sono andati con gioia, come dei bambini in un parcogiochi. Ma anche dal Maria Cristina sono dovuti andare via. Adesso finalmente quel sogno per loro sta diventando realtà e aspettano con ansia la pista da skate prevista nel progetto della “Rigenerazione urbana”. Un progetto che per ora è “sulla carta” e “sulla carta” non si può skaitare. Si può sperare, sognare, ma più i giorni passano, più si può rimanere delusi e i giovani non devono essere mai delusi. E dal dire al fare non ci deve essere di mezzo il mare.
Sono più di 40 gli “skater street” della nostra città ,ma diventeranno molti di più quando loro daranno esempi di lealtà, impegno e solidarietà nella loro Pista. Ora gli skater usano strutture urbane per le loro evoluzioni, si mettono alla prova con gradini, panchine, ringhiere per fare i 360, tricks, ollies, kickflips ma il loro punto di riferimento è “ai Santi”, come loro chiamano Piazza XXIV Maggio, lì però, non sono i benvenuti. Sicuramente lo sarebbero se qualcuno di loro sarebbe selezionato per le olimpiadi, perché a Tokio 2020 per la prima volta nella storia ci saranno anche gli skater a gareggiare.