L’associazione Scacciapensieri registra il sold out anche nelle ultime due date, 14 e 15 aprile, di “Ù segrèite”, andata in scena presso l’Auditorium De Gennaro dei SS. Medici a Bitonto.
«Siamo contenti del risultato raggiunto con questa esperienza –ha dichiarato il presidente Vito Carnicelli–. La comicità di questa commedia ha seguito un climax ascendente raggiungendo l’apogeo con le gag del secondo atto. Non è mancata la morale, interpretata da Valentina Maggio. Abbiamo curato questo prodotto teatrale in maniera dettagliata, come testimoniato anche mediante la scenografia con la quale abbiamo azzardato. Ringrazio tutti perché se abbiamo avuto successo è per la sinergia, l’amicizia e la passione che ci unisce ».
La storia di don Juan (Alfonso Giammarelli), un anziano avaro che si sposa con una giovane donna (Tettella, interpretata da Angela Vitariello), è possibile ritrovarla in diverse realtà quotidiane.
Un climax ascendente non è individuabile solo nella comicità, ma anche e soprattutto nel percorso di formazione che affrontano i protagonisti, a partire da don Juan che per via del suo segreto, del suo tesoro e delle annesse vicissitudini familiari diventa umile e riscopre la vera essenza di un amore fraterno, “paterno” e coniugale.
Gli intrighi del palazzo di don Juan, che vedono protagonisti anche il nipote nullafacente Paoluccio (Vincenzo Bellomo) e la cameriera Pasqua (Filomena Misciagna) e sono al centro dei chiacchiericci delle commare Annina (Giulia Vitariello) e Cecilia (Carmela Bonasia) oltre che dal barbiere Tonino (Giuseppe Bonasia), hanno colpito gli spettatori
Il risvolto della storia lo si ha per via del mendicante Peppino (Nicolò Meola) che mette in guardia dalle brame di denaro del nipote, moglie e cameriera il vecchio avaro che si inventa un escamotage per venirne fuori: fingersi morto, grazie a un medicinale somministratogli dal dott. Giacomino (Pasquale Giampalmo), per sapere la verità.
Questo momentanea, finta e comica morte (interpretata da ?Franco Alesio) diventa metafora di un viaggio catartico che porta don Juan a cambiare totalmente la sua vita, grazie anche all’aiuto della sua coscienza (Vito Carnicelli): scopre in realtà di essere amato, di avere un cuore e ritrova il suo umile fratello, il mendicante, che da sempre custodisce l’altra chiave che avrebbe dato accesso al famoso tesoro e di cui nessuno ha mai saputo della sua esistenza.
«Il bene, fortunatamente, trionfa sempre. E’ questo che non dobbiamo dimenticare. Siamo contenti del messaggio colto, per quanto abbiamo notato, da parte degli spettatori: l’intento era proprio non suscitare una sterile risata perché non siamo un gruppo di intrattenimento. Ci impegneremo a tornare presto in scena».