Ieri mattina, seduti allo stesso tavolo, c’erano due Capitali della cultura.
Quella ospitante, Bitonto, che ha cullato per mesi il sogno di diventare quella italiana del 2020, ma che sarà – quasi di diritto – quella meridionale sempre per lo stesso anno.
Quella ospitata, Matera, che l’anno prossimo sarà quella europea. Un grande traguardo per chi, immediatamente post Seconda guerra mondiale, era una “vergogna nazionale” (cit. Palmiro Togliatti).
La sede la Sala degli Specchi di Palazzo Gentile, un vanto per la nostra città, e fino a poco più di 20 anni fa l’aula dei Consigli comunali.
Tutti insieme per dire a tutti che un ponte tra la città dell’olio e del sollievo e la città dei sassi si può e si deve fare. Anzi è già stato lanciato, in realtà, bisogna solo saldarlo e metterlo a punto.
Un ponte che dovrà profumare di cultura, territorialità, bellezze architettoniche, gastronomiche, tecnologiche e di Mezzogiorno. Sì, anche di Mezzogiorno. Il nostro Mezzogiorno.
Bitonto metterà a disposizione tutto quello che ha. “Siamo la città – è stato il messaggio del sindaco Michele Abbaticchio – più vicina all’aeroporto internazionale di Bari-Palese, ed è un fattore che intendiamo sfruttare a pieno. E lo faremo mettendo in campo le nostre risorse, ricchezze e bellezze tecnologiche, tant’è vero che il 21 aprile inauguriamo il Centro tecnologico nella Zona artigianale”.
Raffaello Giulio De Ruggieri, primo cittadino di Matera (“mi sento un sindaco eretico e scismatico”, dixit), ha illustrato le tante sfide che attendono la città del sasso Barisano e Caveoso. Perché, per i devoti della Madonna della Bruna, essere capitale della Cultura europea significa tanto.
“Un percorso comune con Bitonto – ha ragionato – è quasi un obbligo, perché insieme dobbiamo portare e sviluppare un’altra idea di Mezzogiorno. Non quello stereotipato da anni e per anni, ma quello di essere pioniere di cultura, una nuova cultura, da portare a testa alta nell’Unione europea. Non dobbiamo essere noi del Mezzogiorno imitatori degli altri, ma dobbiamo essere innovatori, utilizzando le energie, la storia, le vocazioni e le creatività che fermentano nel nostro territorio. Un territorio magnifico, solare, dove c’è un sole ferocemente antico che è una sferzata di energia, elettricità creativa che questi luoghi posseggono”.
Ma perché Bitonto è strategica per Matera? “L’anno prossimo – è sempre De Ruggieri a parlare – a Matera si aspettano oltre 1 milione mezzo di turisti. Noi non possiamo ospitarli tutti, ed è chiaro che la vostra città può esserci di notevole aiuto, vicinissima come è all’aeroporto ma anche grazie alla nuova ss. 96, che ci auguriamo sia completata entro la fine dell’anno”. Già, perchè tutto dipende dal termine dei lavori di questa fondamentale arteria stradale, che consentirebbe di accorciare – e non di poco – le distanze tra le due Capitali della cultura. Non sarebbe male questa storia: un turista vuole andare a Matera nel 2019. Arriva a Bari-Palese, dorme o staziona in primis a Bitonto, ne ammira le bellezze, e tramite la strada statale 96, arriva tra i sassi.
“La nostra volontà – ha proseguito il sindaco materano – è quella di organizzare, a ottobre nella nostra città, una intera giornata dedicata a Bitonto, enfatizzandone bellezze, storia e peculiarità. Bisogna recuperare una dignità civica che è quella che poi fa crescere la città, ritrovare il proprio ruolo e la propria identità, attraverso il recupero della propria storia e cultura”.
Ed è proprio per ritirar fuori la dignità civica, che Matera 2019 è una opportunità anche per tutta la sua provincia e il suo hinterland, che ha tanto di stupefacente. “Non sarebbe male arrivare a una Linea bradanica della Cultura. Io dico no a un turismo ignorante, randagio e da mordi e fuggi. Dobbiamo diffondere l’idea di investire nella nostra città, e che non si arriva a Matera per vedere, ma per conoscere”.
Infine, la chiosa finale. Che dà senso a tutti gli ordini delle cose successe: “La cultura rende inevitabile ciò che è altamente improbabile” .