Un silenzioso cammino di preghiera per vivere nel segno della Quaresima, e della Pasqua di rinascita, anche la nostra vita sociale cittadina.
Per questo le parrocchie cittadine, alla presenza del vicario episcopale don Alberto d’Urso,
sono scese in strada, tra i vicoli più oscuri del centro storico per portare la presenza e la parola del Signore a tutti.
Da un lato, Cristo e quattordici stazioni di sofferenza per salvare il mondo dal peccato, dall’altro un’altra vittima: Anna Rosa Tarantino, uccisa, lo scorso 30 dicembre, dalla follia criminale che continua inesorabile a dividere il nostro borgo antico come una torta (leggi “business dello spaccio”, entro cui contendersi un mercato (purtroppo) florido.
Fiaccole e cuori feriti, più di 1500 persone hanno ripercorso in quelle strade ora insanguinate, ora violate, il cammino delle vittime.
“Il Signore, condannato a morte per vigliaccheria, per la paura dello sguardo altrui che ha soffocato la voce della nostra coscienza e ha calpestato la giustizia”, si legge.
Ci siamo dimostrati “poco fedeli, abbiamo giudicato, additato, oltraggiato, deriso, escluso, non capendo che è nella novità che sta la ricchezza, nella tolleranza e nell’accoglienza che sta il giusto. La caduta sotto il peso della croce per sollevarci dal nostro orgoglio, dalla nostra superbia”.