Fumata nera dal civico 84 di Corso Vittorio Emanuele II, a Bari, dove due giorni fa si è tenuta una seduta monotematica del consiglio comunale, per discutere sulla realizzazione dell’inceneritore Newo alle porte di Bari e per stilare un documento unitario per ribadire la propria contrarietà e rispondere alle sollecitazioni dei cittadini. Una seduta conclusasi con un nulla di fatto nonostante il parere contrario unanime di tutta l’aula. La mancanza di numero legale e i disaccordi tra maggioranza e opposizione hanno infatti fatto saltare il consiglio.
L’ipotesi della costruzione del sito vede, apparentemente, l’intero consesso barese contrario. Contrario è anche il primo cittadino Antonio Decaro, che all’apertura della seduta, esprime la propria contrarietà, motivandola con la mancanza di un’adeguata sperimentazione e denunciando una situazione, a suo dire, opaca: «Situazione nata nel 2011, non è responsabilità di questa amministrazione. È in controtendenza con il porta a porta, non è giusto spendere soldi pubblici per finanziare una struttura privata».
Ma la posizione del sindaco del capoluogo non convince l’opposizione che, tramite i consiglieri, Irma Melini, Pasquale Di Rella, Giuseppe Carrieri, critica l’operato della maggioranza e della giunta guidata da Decaro, chiedendo come mai non ci sia mossi prima.
«Questa è una perdita di tempo, dato che ci si sta muovendo solo dopo due anni la prima richiesta di autorizzazione e dopo che è stata data l’autorizzazione» sostiene Carrieri, seguito da Irma Melini che accusa apertamente l’assessorato all’Ambiente.
Ma, dopo una seduta fiume durata quasi sei ore, le opposizioni abbandonano l’aula, facendo venir meno il numero legale.
Duro il commento di Decaro: «Devono solo vergognarsi ci hanno convocati loro, ma poi sono usciti al momento del voto senza una motivazione. L’ordine del giorno era identico. Lo abbiamo solamente integrato e aggiornato con gli ultimi passaggi che non potevano conoscere».
Critiche a cui Melini ha risposto altrettanto duramente, accusando il sindaco e la sua giunta di voler fare solamente una sfilata per far passare la questione come una sua battaglia, nonostante la sua maggioranza non fosse presente in aula: «Sin dalla concessione dell’autorizzazione sulla questione c’è stato un silenzio ai danni dei cittadini. Noi tiriamo in ballo le responsabilità dell’assessorato all’Ambiente».