Bitonto-Molfetta, derby della quarta giornata di ritorno dell’Eccellenza pugliese, è una di quelle partite in cui a vincere sono soltanto la noia e gli sbadigli.
E lo zero assoluto. Come il numero delle parate (serie) di Addario da un lato e Savut dall’altro. Come le (vere) emozioni create in 90′ e passa da entrambe le squadre. Come le reti che si sono viste al “Città degli Ulivi”, per la prima volta in stagione – e non accadeva da 24 partite – privo di squilli neroverdi.
Lo 0-0 di ieri pomeriggio, dunque, è lo specchio di quello che non si è visto. Ed è un punticino gagliardo e con il sorriso per i ragazzi di Pino Giusto, abilissimi per 75′ a imbrigliare manovra e idee dei padroni di casa.
Colmo di amarezza per i leoncelli nostrani, che nell’ultima domenica di gennaio propongono una gara sicuramente non stratosferica e brillante, sulla falsariga di quella barlettana di otto giorni fa.
Vuoi perché privo di legna a centrocampo – si è fatta sentire l’assenza di Piperis contro i giganti tutto fiato e corpo biancorossi, Lorusso su tutti – vuoi per la grande intensità e birra degli avversari, il Bitonto ha mostrato di avere le idee un po’ annebbiate, la testa altrove, un gioco lento, macchinoso e prevedibile, troppi giocatori al di sotto dello standard tradizionale.
Soltanto nell’ultimo quarto d’ora di gara, in pratica, Bonasia e compagni hanno cercato con insistenza i tre punti, ma più con la voglia e il cuore – sempre encomiabili e invidiabili e mai assenti – che con la testa e la brillantezza.
Una “X”, questa, che rallenta ancora la corsa dei Zinfollino boys, al primo punteggio a occhiali casalingo della stagione, e al terzo pareggio – secondo consecutivo – nelle prime quattro partite del girone di ritorno.
Significa una lieve ma non brusca frenata. Vuol dire discesa al quarto posto in Classifica, a tre punti dalla capolista Gallipoli, a uno dal Casarano e gli stessi del Fasano: 35.
Pienissima zona playoff. Ma per non perderla bisogna riprendere a correre, vincere e ritrovare la scioltezza dei tempi migliori.
Già da Aradeo, terz’ultima forza della serie A del tacco d’Italia.
La partita. Il Bitonto, fatta eccezione per gli appiedati dal giudice sportivo Rana, Piperis, Giangaspro, è quello che ti aspetti: Addario; Pagone, Camasta, Elia; Terrevoli, De Santis, Caprioli, Bonasia; Moscelli; Manzari, Terrone.
Il primo tempo non lascia praticamente nulla in eredità, se non un Molfetta spigliato e pimpante in mezzo al campo e un Bitonto che fa fatica, nonostante la qualità dei due centrali di centrocampo, a far vedere e farsi vedere.
Addario è bravo a dire di no all’ex Albrizio, mentre un paio di minuti prima è Augelli a sparare alle stelle un rimpallo vinto su Pagone.
Nella ripresa, si vede qualcosina in più. I biancorossi non calano di un centimetro nel gioco, e i neroverdi si fanno notare dalle parti di Savul. C’è il colpo di testa di Pagone fuori di poco, e il tentativo di Bonasia sempre con la stessa sorte. E nel finale ci provano Terrone, con una bella capocciata su assistenza di Terrevoli, e Manzari, che sempre con una zuccata chiama all’intervento (centrale) il portiere ospite.
Un po’ di più, ma è poca roba per godere dell’intera posta in palio.
Le pagelle. Addario sv; Pagone 6,5 – quanti chilometri e quanta personalità ieri per il giovane classe ’98 – (Antonacci sv), Camasta 6,5, Elia 6; Terrevoli 5,5 (Genchi sv), De Santis 5,5, Caprioli 5,5 (Sisalli sv), Bonasia 5,5; Moscelli 5; Manzari 5,5 (Modesto sv), Terrone 6.