Non meno interessante e ricca di ulteriori e diverse scoperte, è stata la visita effettuata dagli stessi studenti e docenti presso l’oleificio della Coop.va “Produttori Olivicoli” di Via Amm. Vacca, giovedì 11 gennaio.
Ad accogliere gli ospiti c’erano: il Presidente del C.d.A. Dott. Giuseppe Siragusa, il Dott. Gaetano Bonasia, agronomo, responsabile tecnico della coop.va nonché Responsabile della Qualità del Consorzio FINOLIVA e alcuni componenti del C.d.A.. Anche qui la visita è iniziata dal reparto di scarico dove avvengono i controlli di accettazione e classificazione della materia prima. Una classificazione che inizia già in campagna (a cura dei soci conferenti di aziende certificate D.O.P. e/o Bio) e che prosegue con severi controlli del personale preposto, nell’area dello stabilimento, in due distinte zone, una delle quali, è riservata alla filiera biologica e serve per preservare questa particolare produzione da probabili contaminazioni indirette. Entrambe le aree sono completamente meccanizzate e computerizzate per velocizzare le operazioni di svuotamento dei mezzi agricoli e trasferimento delle olive nei cassoni aerati che vengono stivati con cura nell’olivaio. La sosta in una di queste aree e le domande degli studenti, hanno dato modo al Dott. Bonasia, di spiegare come avviene la raccolta meccanizzata in campagna e la necessità dei controlli di accettazione volti non solo a stabilire tempi certi per la molitura nelle 48 ore successive al conferimento, ma anche ad escludere la presenza di olive di bassa qualità (dette di cascola) che potrebbero danneggiare la qualità dell’E.V.O.. In questo caso, a differenza dello stabilimento di Via Modugno, la separazione delle olive dal fogliame e da altre impurità, avviene nell’immediatezza della molitura con analoghi macchinari posizionati a monte dei frangitori. Anche in questo caso, il reparto macchine per la trasformazione e separazione dell’E.V.O. dalle altre frazioni organiche (acque di vegetazione e sansa), avviene in un ambiente asettico fisicamente separato dalle altre aree dello stabilimento. Varcata la soglia che separa il reparto di trasformazione dall’olivaio, siamo entrati in un ambiente dove il verde del pavimento e l’assenza di polveri e residui umidi, ci ha dato l’impressione di trovarci non in un frantoio, ma in un ambiente sterile sanitario-farmaceutico. “La nostra Coop.va produce mediamente circa 20.000 q.li di olio EVO all’anno. I cartelli che avete visto affissi sui silos in acciaio inox a monte delle linee di trasformazione, recanti le sigle DOP, BIO, Plasmon, – ha affermato il Dott. Bonasia – servono ad indicare le diverse e separate linee di produzione. L’EVO prodotto e separatamente stivato in posture sterili distinte, viene poi confezionato presso lo stabilimento Finoliva, ubicato nella Zona PIP di Bitonto, per clienti come Plasmon e Alce Nero, o sotto il nostro marchio Torre Guidale per negozi e supermercati, seguendo rigidi protocolli che prevedono frequenti controlli, in campagna e in frantoio, effettuati molto spesso senza preavviso. L’EVO consegnato dalla cooperativa, viene sottoposto a minuziose analisi biologiche e chimiche presso un attrezzatissimo laboratorio, che ne certifica le caratteristiche organolettiche, ma soprattutto volte ad escludere la presenza di residui di fitofarmaci e di altre sostanze indesiderate. L’olio prodotto è tracciato secondo la norma ISO UNI EN 22005/08 arrivando sino ad individuare il campo da cui provengono le olive di un determinato lotto di olio EVO confezionato. Tutte queste attenzioni, servono a garantire un prodotto di alta qualità ricercato dai consumatori più esigenti”. Le macchine ferme, hanno dato modo agli studenti di fare, durante la visita, numerose domande al Dott. Bonasia su vari argomenti come: qualità e classificazione degli olii, caratteristiche salutistiche dell’EVO, commercializzazione del prodotto ecc.. Puntuali ed esaustive le risposte dell’agronomo Gaetano Bonasia che ha spiegato, tra le altre cose, le ragioni del “continuo monitoraggio della temperatura che non deve mai superare i 27 °C durante tutto il ciclo di lavorazione al fine di far conservare il più a lungo possibile, in luoghi e contenitori appropriati, caratteristiche dietetiche e di sapore, come il fruttato, che caratterizzano un EVO di pregio”. In relazione alla commercializzazione ha affermato inoltre che “grazie all’aggregazione di prodotto effettuato dall’Organizzazione di Produttori (O.P.), Oliveti Terra di Bari e al braccio commerciale del Consorzio Nazionale Olivicolo (C.N.O.) ovvero Finoliva Global Service, negli ultimi anni abbiamo ottenuto risultati straordinari. Il valore aggiunto è stato trasferito interamente agli agricoltori che sono la parte nobile della filiera.”
L’ora tarda ha, purtroppo, messo fine alla visita e a questa due giorni di full immersion in uno dei settori davvero trainanti per l’economia, ma non solo, del nostro territorio.
Per concludere, abbiamo chiesto alla D.S. dell’I.I.S.S. “Volta – De Gemmis”, Dott.ssa Giovanna Palmulli, qual è il ruolo della Scuola che dirige, nel contesto territoriale di Bitonto e Terlizzi:
“Come sapete la nostra scuola comprende tre plessi a Bitonto e uno a Terlizzi. Questi plessi sono sede di Istituto Tecnico Tecnologico come il “Volta”, il Tecnico Chimico di Via Modugno, l’Istituto Professionale “T. Traetta” per Servizi socio sanitari e Servizi commerciali, nonché l’Istituto Professionale agrario e per la moda di Terlizzi. Già l’elencazione delle numerose specializzazioni che trovano riscontro nei bisogni di attività produttive e servizi presenti sul territorio, da sola giustifica l’attenzione rivolta dalla scuola al contesto territoriale nel quale si trova. Un territorio come quello di Terlizzi, Bitonto, ma anche dei comuni viciniori, caratterizzato da un patrimonio agro – forestale di primaria importanza non solo sotto il profilo ambientale, ma anche nel tessuto economico, sociale e culturale di queste comunità. Pertanto la nostra mission è innanzitutto quella di far conoscere agli studenti la realtà che li circonda, stimolarne interessi e passioni che, ci auguriamo, li guideranno nella vita. In questo caso, bene hanno fatto studenti e docenti del Corso serale a “curiosare” in uno dei settori economici più importanti presenti sul territorio come quello dell’agro-industria olearia”.