Il consiglio comunale di ieri è cominciato con un minuto di silenzio dedicato all’omicidio della povera ed innocente 84enne Anna Rosa Tarantino. Forte il ringraziamento del presidente Vito Labianca al lavoro delle Forze dell’Ordine e a tutte le istituzioni e coloro hanno partecipato alla marcia dello scorso 2 gennaio.
«È un momento difficile – ha aperto Francesco Brandi – e dobbiamo misurarci con un senso di fallimento, figlio del nostro tempo. Questa morte deve ridefinire le nostre priorità e bisogna rispondere in maniera netta, fare di più e assieme in una città coesa contro ogni forma di violenza ed illegalità. Con il presidio dei luoghi, con le FdO, con azioni di recupero e riappropriazione, oltre che di riqualificazione urbanistica per i luoghi più “abbandonati”. Educazione alla legalità, rispetto delle regole, per tutti i cittadini, cercando di scoraggiare nell’uso delle sostanze stupefacenti che contribuiscono al business criminale».
«Quello che è successo – aggiunge Carmela Rossiello – sembrava non dovesse mai accadere a noi. Si sono sprecate tante parole, ma in certe circostanze il silenzio è più opportuno. Allo stato attuale non posso che ringraziare le FdO per il lavoro che stanno svolgendo. Forse, nel tempo, abbiamo messo la testa sotto la sabbia: ora tutte le forze politiche devono essere unite in modo che la nostra città non sia più tacciata di essere un luogo dove sparano, rubano e c’è violenza».
«Voglio fare un appello alle forze politiche – commenta, invece, Emanuele Sannicandro -: in vista delle prossime consultazioni che si richieda ai nostri rappresentanti una maggiore attenzione per la giustizia, un potenziamento delle Forze dell’Ordine, una maggiore attenzione per i servizi sociali. Non possiamo parlare di “piccola” criminalità: è inaccettabile lo scippo, il furto del mezzo in campagna o in città, il furto in appartamento, lo spaccio. Le FdO sono sgomenti, ma allo stesso tempo frustrati: dopo averci messo fatica in un arresto, nel fermare i delinquenti, questi sono fuori dopo un giorno e magari ti incontrano per strada e ti ridono in faccia. Questo crea angoscia, il cittadino non si sente al sicuro, persino nel denunciare: è su questo che la criminalità vive, sulla paura che riesce ad incutere. La politica deve dare delle risposte».
«Il nostro è un problema atavico che, nel tempo, si è acuito – commenta Franco Scauro -. Siamo arrivati a litigare per un parcheggio, per una mancata precedenza, tanto che poi la violenza diventa eclatante quando si uccide. Sono sempre stato d’accordo nella rivitalizzazione del centro storico, delle periferie, ma bisogna investire nella qualità della vita delle persone per indicare qual è la strada giusta da percorrere anche nelle piccole cose» .
E poi si chiede: «Conoscevamo tutti quei luoghi di spaccio, bisognava aspettare la morte di una innocente per aprire quei locali? Quanto ci vorrà per ripristinare tutto? Siamo i rappresentanti politici di quella parte di città che vuole rendere migliore Bitonto, non dobbiamo fermarci adesso».
«La città ci deve vedere uniti in un momento come questo per alzare la testa e trovare una risposta – conclude Dino Ciminiello -. L’assise deve lavorare insieme, senza farci dividere dai colori, per coadiuvare il lavoro nella legalità. Che si convochi al più presto il Prefetto, le istituzioni, per trovare una strategia che sostenga la città, il sindaco (tu non sei solo), senza farla diventare la Bitonto delle targhe commemorative e delle affissioni».
Nb. L’articolo volutamente, per evitare che si faccia della legalità e della sicurezza una bandiera, ha segnato i nomi dei consiglieri senza i partiti e le liste di appartenenza.