Ecco quanto è emerso dall’incontro che si è tenuto, questa mattina, presso la prefettura di Bari.
Tra analisi dettagliata della situazione criminale bitontina ed una forte presa di posizione, non ha usato giri di parole Marco Minniti, il ministro degli interni del governo italiano.
“La discussione è stata molto proficua e la possiamo riassumere così.
Quello che è avvenuto sta dentro un conflitto aperto tra organizzazioni che hanno tutte quante le movenze, i modi di agire, il rapporto con il territorio tipiche delle organizzazione mafiose. Si dedicano prevalentemente al traffico degli stupefacenti, alla gestione delle piazze di spaccio. E da questo punto di vista c’è un elemento che ha un dato di particolarità e cioè sono organizzazioni che hanno le movenze delle organizzazioni mafiose anche se non abbiamo ancora una sentenza passata in giudicato che ci dice che le organizzazioni presenti a Bitonto abbiano queste caratteristiche. Tuttavia, pur avendo queste caratteristiche hanno una capacità di rapportarsi alla cosiddetta criminalità diffusa, quella che agisce più propriamente nel territorio, per far sì che ci possa essere maggiore controllo del territorio, maggiore possibilità di reclutamento”.
“In questo ambito ciò che è avvenuto è da collocarsi in un’azione di contrasto tra due gruppi malavitosi. È possibile pensare che ci sia stata un’azione di rappresaglia rispetto ad un’altra azione di un gruppo criminale. Noi aspettiamo in ogni caso di avere una ricostruzione di come è avvenuta la morte della signora Tarantino e tuttavia possiamo dire in maniera molto certa che la signora è morta in maniera del tutto innocente rispetto a quello che stava avvenendo. Era del tutto innocente”, ha proseguito il ministro.
Triplice è la risposta dello Stato alla mala di Bitonto.
“Noi abbiamo deciso un’attività che ha una triplica capacità. La prima è quella di lavorare il più rapidamente possibile per individuare coloro che hanno fatto parte dei due gruppi che si sono affrontati. Individuarli e arrestarli. Su questo c’è un impegno delle forze di Polizia e naturalmente in questo caso si parla dopo aver fatto gli arresti. Non si annuncia. La seconda è quella di avere un’attività più di carattere strutturale, intesa ad affrontare il tema della criminalità organizzata in generale nella provincia di Bari e in particolare nel comune di Bitonto. E quindi non dare tregua a questi criminali anche attraverso attività investigative di medio periodo come è giusto che sia. Anche su questo ci sono cose importanti e le vedremo. Terzo intervento è uno straordinario controllo del territorio. La risposta sarà molto dura ed avrà una doppia capacità di intervento: la prima è quella di affermare la presenza dello Stato in ogni parte della città di Bitonto. Non saranno consentiti nemmeno gli angoli franchi. Non le zone franche, neppure gli angoli. Da questo punto di vista le forze di polizia predisporranno in tempi strettissimi un piano straordinario di controllo del territorio. Ci sarà un’azione di contrasto ad ogni forma di illegalità, perché le organizzazioni malavitose di stampo mafioso si muovono dentro l’illegalità come un pesce dell’acqua”.
“Noi dobbiamo prosciugare lo stagno dell’illegalità – ha continuato Minniti – e tutto questo sarà coordinato con l’autorità giudiziaria. È stato coordinato con il sindaco dell’area metropolitana e con il sindaco di Bitonto, nell senso che noi pensiamo che un meccanismo di controllo fattivo del territorio non possa non essere il frutto di un’azione rafforzata delle forze di polizia. E coloro che sono chiamati in prima persona nella gestione diretta del territorio. La mia presenza qui significa una vicinanza ai sindaci, alla popolazione di Bitonto. Il segnale che noi vogliamo dare è inequivoco: siamo vicini alla popolazione, siamo vicini alla stragrande maggioranza della popolazione di Bitonto che subisce l’inaccettabile e prevaricante azione di piccoli gruppi di carattere criminale e mafioso. Il compito dello Stato è stare vicino ai cittadini e proteggerli dall’arroganza dei delinquentj. È quello che dobbiamo fare ed è quello che faremo, naturalmente in un quadro di cooperazione molto forte tra coloro che sono chiamati ad avere responsabilità dirette sul territorio”.
“Procederemo sì, le operazioni si protrarranno fino a quando sarà necessario. E come voi sapete quando dico che si protrarranno fino a quando sarà necessario avviene esattamente così. Se non ricordo male era il 9 di agosto quando siamo andati a Foggia e abbiamo detto che le azioni proseguivano fino a quando sarebbe stato necessario. siamo andati ad Ostia dicendo che proseguivano fino a quando sarebbe stato necessario. È ancora necessario. Quindi se qualcuno vuole aspettare che noi ci fermiamo, suggerisco di non puntare su questo. Perché lo Stato non si ferma. Sarà da questo punto di vista un’azione incessante per il ristabilimento dei principi importantissimi come quelli della libertà e la sicurezza, indispensabili per la democrazia del nostro Paese”, è la conclusione rassicurante del ministro Minniti.