Al professor Carmine (Minuccio per tanti) Barbone, mi legavano una frase e decenni di secolare amicizia familiare.
Era il giorno dell’addio a mio padre. Mentre sfilavano amici e parenti dinanzi alla bara, il prof volutamente scandì queste parole per me indimenticabili: “Oggi è morto un grande educatore”.
Ecco, due giorni fa, è successa la stessa cosa.
E la grandezza dell’alto magistero pedagogico l’hanno resa le parole grate e i ricordi commossi di tutti gli allievi che, ieri, hanno voluto dare l’ultimo saluto a Carmine Barbone.
Coscienza critica della Democrazia Cristiana per lustri, ala sinistra, moroteo inflessibile, profondamente cristiano e al contempo decisamente laico, sognatore con i piedi per terra, aveva occhi brillanti di luce antica, un sorriso pensoso ed intramontabili baffetti sparvieri.
Io credo che Barbone sia stato sassoso perché vero. E soprattutto libero di pensare e dire tutto quel che voleva, sempre nell’ottica del “bene comune”, come capita solo agli uomini liberi.
Il suo miglior discepolo? Il figlio Beppe, senza dubbio. Quanta emozione nel ricordare quel viaggio di sogni e memorie che diventa l’amore per un padre…
La dignità della figlia Enza, altra docente impeccabile. E la con-sorte Titina Calia (a proposito, un abbraccio affettuoso, prof), autentico tsunami di cultura e simpatia.
L’amico di una vita, l’ex sindaco Nicola Pice, gli ha dedicato questo pensiero significativo: “Scompare con il prof. Carmine Barbone una figura emblematica del mondo della scuola e della politica bitontina: ricordarlo è per molti di noi quasi un obbligo morale, riconoscendogli una autorevolezza di pensiero e il coraggio della azione consapevole.
Lui, un moroteo convinto, e perciò coscienza critica e voce sempre nuova. Le sue parole erano avvertite da quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo come se dettate da una legge remota, ed era voce di impegno e di stimolo a ben fare, voce che veniva da grande esperienza e profondo entusiasmo nel ricercare una crescita umana e culturale della collettività, scardinando tutto ciò che è vuoto morale e menzogna.
Lui, con la sua austerità, che era poi a scaturire dal suo spiccato senso del dovere e del servizio, con la sua sapiente ironia, col suo rigore critico e la sua coerenza, riusciva a catturare con le sue argomentazioni, a segnare con le sue provocazioni e le sue parole “pesanti”, ad impressionare col suo fare operoso e la sua dimensione pragmatica, perché persona che capiva il nostro tempo nei suoi meandri di frantumazione e di incertezze, di oscuramento dei valori e di provvisorietà dei rapporti umani sempre minacciati dall’odio e dall’incomprensione, uomo il cui impegno nel sociale non era mai scisso dall’istanza di eticità e dallo sforzo della comprensione, convinto com’era del ruolo del confronto e che capire non è tutto, ma è tanto. Grazie, prof., possa tu riposare in una terra ebbra di sole”.
Queste le sentite parole dell’attuale primo cittadino: “Bitonto ha perso il prof. Carmine Barbone.
Ha segnato la politica locale della sua maturità umana ma io vorrei parlare di quello che ho vissuto direttamente con lui.
Si, perche con grande discrezione ha cambiato anche la politica attuale, consentendo al mio amico Beppe di essere supporto politico e personale di un percorso a tratti esaltante.
Da zero a laboratorio civico, da amministrazione locale a visione metropolitana, è accaduto tutto in un arco temporale che ha devastato tante storie personali ma ha costruito una piattaforma progettuale che oggi è “Bitonto 2020″.
In tutto questo Beppe e Carmine sono stati i visionari suggeritori di molte tappe collettive, pur non avendo mai avuto medaglie.
Hanno affrontato solo problemi con il sottoscritto, ricevendo al massimo una parola di conforto (rara) tra tante occasioni di avarizia d’affetto da parte mia.
Oggi vorrei dire, ad entrambi, grazie.
Pubblicamente e senza riserve.
Sono convinto che continuerete a essere inseparabili dentro di voi, o in qualsiasi posto risieda l’anima dell’uomo.
Vi voglio bene”.