I suoi “nemici” sono virus come l’Hiv, il papilloma, l’Ebola, l’Herpes e la Dengue.
Grazie ad una “aurea” scoperta sensazionale, li combatte con la sua preziosa ricerca lo scienziato bitontino Francesco Stellacci, del Politecnico Federale di Losanna (Epfl), insieme al collega David Lembo dell’Università di Torino.
Decisivo, infatti, è stato l’impiego di nanoparticelle d’oro che, come illustrato nello studio pubblicato sulla rivista Nature Materials, “camuffandosi” da cellule umane, ingannano i virus, li attirano, vi si legano e ne “rompono” la struttura rendendoli così inoffensivi. Insomma, un unico farmaco antivirale potrà essere a disposizione dei medici del futuro.
“I virus si replicano dentro le cellule ed è molto difficile trovare molecole in grado di attaccarli senza danneggiare le cellule ospiti – ha spiegato all’Ansa il nostro concittadino -. Il nostro studio dimostra, però, che esiste un modo nuovo di creare farmaci contro di loro“.
Un curriculum lungo quanto un papiro, un passato negli Usa al Massachusetts Institute of Technology (Mit) e da 7 anni a Losanna, Stellacci e i suoi colleghi hanno realizzato nanoparticelle d’oro innocue per l’uomo ma letali per i virus.
“La loro caratteristica è imitare i recettori sulla superficie delle cellule. In questo modo – ha chiarito lo studioso – il virus vi si attacca per infettarle e il contatto avvia un processo che, con una pressione locale, porta alla ‘rottura’ del virus al di fuori delle cellule, quindi senza danneggiarle”.
“Inoltre – ha aggiunto Stellacci – i virus per aderire usano leganti che non mutano molto, permettendoci di usare la stessa strategia su diverse infezioni virali, che causano ogni anno milioni di morti soprattutto nei Paesi più poveri“.
L’efficacia della nuova strategia è stata dimostrata per il momento solo in laboratorio, in test condotti su cellule e tessuti umani infettati da virus come il papilloma, il virus dell’Hiv e l’Herpes, e su topi contagiati da un agente virale che provoca la polmonite e guariti dopo il trattamento.
“Il nostro obiettivo è ideare una nuova strategia di contrasto su larga scala. Il passo successivo, ora che abbiamo capito come fare – ha concluso Stellacci – è disegnare molecole biologiche con proprietà simili alle nanoparticelle, capaci di agire come farmaci antivirali, e passare alla fase dei test clinici”.