Si è concluso nei giorni scorsi, con la piena assoluzione dell’imputato, il processo in primo grado a carico di Silvano De Ruvo, 54 anni, coinvolto sette anni fa in un’operazione degli agenti del Commissariato di P.S. allora guidati dal dirigente Arturo Rutigliano (leggi qui: http://bit.ly/2jZ8DuK).
De Ruvo, già noto alle forze dell’ordine e allora 47enne, fu arrestato con l’accusa di detenzione illegale di armi da fuoco, in un locale tra via Corte Sergio Bove e Via Termiti, in seguito al ritrovamento di due pistole calibro 9×21, una beretta con la matricola abrasa e una HS Precision in perfetto stato di conservazione, oltre a dodici cartucce inesplose 9×21 e due cartucce 9×17.
Secondo gli inquirenti dell’epoca quelle armi, che De Ruvo controllava in qualità di presunto custode dell’arsenale, erano state utilizzate in alcuni tristi episodi della guerra tra clan, tra tutti l’omicidio di Michele Elia del 2 luglio 2010, ed erano pronte ad essere nuovamente utilizzate in nuovi agguati.
Dopo sette mesi di reclusione e sette anni di processo, però, De Ruvo, difeso dall’avvocato Damiano Somma, ha dimostrato la totale estraneità ai fatti contestati, ed è stato assolto da ogni accusa.