Il bitontino Michele Ruggiero, prim’ancora che essere un pubblico ministero caparbio e coriaceo della procura di Trani, è soprattutto un professionista preparato e colto. Caratteristiche, queste ultime, che non sono propriamente diffuse nel nostro Paese.
Per questo, fa scalpore quando affronta di petto intricate vicende. I soliti malpensanti- questi, sì, una nostra specialità- sospettano sia “mania di protagonismo”, quando in realtà si tratta solo di coraggio nel compiere il proprio dovere.
L’ultima questione che lo ha visto impegnato è la eventuale connessione che avrebbe potuto legare in un rapporto di causa ed effetto il vaccino e l’autismo. Una problematica serissima per la quale Ruggiero, al termine dell’iter processuale, ha ritenuto opportuno chiarire alcuni aspetti, proprio per fugare i dubbi dei maître à (mal)penser, che non vedevano l’ora di colpire.
Così, il pm si è armato di carta e penna ed ha scritto al direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, Giuseppe De Tomaso, sul tema succitato una lettera dettagliata e schietta. Com’è nello stile dell’uomo.
Leggiamo.
“Gentile Direttore,
sono certo che converrà con me che quella che ormai denominiamo ‘disinformazione’ non sia solo la narrazione o diffusione di false notizie (le cosiddette fake-news), ma anche (e direi soprattutto) quella più subdola ed insidiosa attività di narrazione ‘incompleta e superficiale’ di notizie ‘vere’: una narrazione, quest’ultima, che rappresentando in modo parziale il fatto storico oggetto dell’informazione, lo deforma così deviandone la percezione, la conoscenza e l’apprezzamento nel destinatario (ed ‘utilizzatore finale’) dell’informazione.
In questi giorni si assiste – con riferimento all’intervenuta archiviazione dell’indagine sul potenziale nesso di causalità tra vaccini ed autismo (archiviazione, si badi bene, richiesta dal Pubblico Ministero) – ad una cinica deformazione della corrispondente informazione da parte di autorevoli testate giornalistiche (non da parte della Gazzetta del Mezzogiorno) che hanno narrato di quella fisiologica evenienza data dalla archiviazione di un procedimento, come di una sorta di sconfessione di un’idea balzana o di una battaglia personale del Pubblico Ministero che aveva dato avvio all’indagine.
Dove sta, gentile Direttore, il ‘disservizio’ informativo in questo caso?
Sta nel trascurare e nell’omettere di informare l’opinione pubblica (su di un tema scottante ed attuale che interessa la salute e la vita dei nostri figli) in ordine ad alcune circostanze che, laddove narrate con completezza (e correttezza), avrebbero rasserenato non poco i cittadini rendendo loro un autentico ‘servizio’.
Non si è detto, e qui colgo l’occasione per tentare di colmare il deficit informativo, che:
1) il ‘fascicolo’ di quella indagine è stato doverosamente aperto non per una qualche balzana curiosità personale del Pubblico Ministero, ma su articolata e puntuale denunzia di due cittadini, genitori di bimbi autistici, che corredavano la loro segnalazione alla Autorità Giudiziaria con una ponderosa consulenza medico legale che affermava la sussistenza di una relazione di causalità tra i vaccini pediatrici somministrati ai piccoli e l’autismo da cui gli stessi erano risultati affetti: di tal che l’apertura di un’indagine costituiva un preciso dovere per l’Ufficio di Procura investito da quella denunzia contenente una notizia di reato da vagliare;
2) il Pubblico Ministero ha disposto, doverosamente, una consulenza collegiale delicatissima facendo guidare il pool di esperti da un Dirigente dell’Istituto Superiore di Sanità al fine di assicurare ‘qualità’ e autorevolezza alla valutazione tecnica;
3) a fronte delle conclusioni rassegnate dal collegio di esperti che, studiato il caso dei due bimbi e valutate le ulteriori emergenze delle indagini svolte dai Carabinieri del N.A.S., hanno smentito ed escluso ogni correlazione tra vaccini e autismo, il Pubblico Ministero immediatamente proponeva motivata richiesta di archiviazione per assoluta infondatezza della denunzia;
4) a seguito della pronta richiesta di archiviazione dell’indagine, i denunziarti hanno proposto al Gip – come è loro consentito dalla legge – opposizione alla richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero;
5) il Gip ha, quindi, fissato apposita udienza in cui il Pubblico Ministero ha convintamente ribadito le ragioni della richiesta di archiviazione per infondatezza della iniziale denunzia (e della notizia di reato ad essa sottesa);
6) dopo alcuni mesi, quindi, il Giudice ha condiviso ed accolto la richiesta del Pubblico Ministero emettendo decreto di archiviazione.
Questi, in sintesi, i fatti: semplicemente nella loro sequenza storica e cronologica; è troppo pretendere che essi vengano narrati nella loro completezza?
Non si trattava, dunque – come si è voluto far credere da taluni media e da qualche direttore di testata giornalistica televisiva – di una ‘battaglia’ ingaggiata da un Pubblico Ministero contro i vaccini; nè si tratta di una battaglia ‘persa’ a seguito di un’archiviazione (peraltro disposta dal giudice su precisa richiesta dell’organo inquirente): è, infatti, nella fisiologia del procedimento penale che un’inchiesta possa sfociare in una richiesta di rinvio a giudizio ovvero in una richiesta di archiviazione.
Sembra davvero che in ogni campo, non solo in politica, si cerchi sempre un ‘nemico’ contro cui scagliarsi, qualcuno da demonizzare, pur di distrarre l’opinione pubblica dai veri problemi che giacciono irrisolti sul tappeto; ed è così che la ‘disinformazione’ finisce con l’alimentare dibattiti e polemiche in un Paese che avrebbe, invece, solo bisogno di maggiore Responsabilità e Verità”.