La variegata realtà bitontina, e non solo, è caratterizzata, purtroppo, dal problema della delinquenza e tossicodipendenza minorile.
Da anni, si cerca di intervenire per giungere a una soluzione e in questo si impegna, soprattutto, la Cooperativa Sociale Eughenia di Bitonto, che si interfaccia con la provincia di Bari, altre realtà italiane ed europee.
Ieri, presso la Sala degli Specchi di Palazzo Gentile, si è cercato di fornire una risposta multidisciplinare per i “Minori tossicodipendenti dell’Area penale” in un convegno che corona un lungo percorso progettuale dal nome “ReWind – – Rehabilitation Way in New Directions”.
«Si spera che il frutto di questo lavoro – la dott.ssa Patrizia Moretti, presidente della Cooperativa Sociale Eughenia, ha presentato la realtà che coordina ed il progetto- possa essere sostenuto nel tempo e sfruttato al massimo».
Il progetto ReWind è stato finanziato dalla Comunità Europea, Dipartimento della Commissione Europea, Affari Interni, nell’ambito dell’edizione 2014 del programma “Drugs policy initiatives”, che promuove progetti transnazionali in materia di politiche per il contrasto della droga.
Ha coinvolto, oltre che istituzioni nazionali tra la Puglia e Piemonte (CGM, ASL), anche diversi patners stranieri (Spagna, Portogallo, Austria, Ungheria, Romania e Grecia). Gli obiettivi sono stati quelli di elaborare best pratices per il recupero dei minori dipendenti da sostanze psicotrope e delle famiglie, oltre che la sperimentazione di un Modello integrato e multidisciplinare di intervento (IMAP – Integrated Model of Active Participation).
«Dobbiamo essere grati alla Cooperativa –si è complimentato, a tal proposito, il prof. Giovanni Procacci in rappresentanza del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e della relativa giunta- per il lavoro svolto all’interno di una città che ha sempre avuto problemi di “devianza minorile”. Si deve puntare sulla prevenzione e sul recupero della dignità umana, che spesso viene calpestata, di chi delinque e chi subisce».
«Ricordo anni fa quando nel cuore della città vecchia fu istituito l’asilo Pantaleo, per affrontare situazioni al limite della dignità per l’appunto. Tuttavia, spesso le istituzioni tendono ad accantonare e dimenticare tale realtà. La nostra deve essere un’azione cooperativa di umanizzazione all’insegna della crescita. E’ bello che si pongano al centro sia il minore che le famiglie, ma manca un rapporto con le scuole».
La sperimentazione dell’IMAP ha fatto emergere in maniera chiara la complessità del fenomeno delle dipendenze patologiche relative ai minori sottoposti a misure dell’area penale, fornendo degli strumenti operativi sia dal punto di vista delle politiche di intervento che sul piano organizzativo, professionale e gestionale. Ha offerto, inoltre, dati interessanti rispetto alle pratiche utilizzate facendo emergere elementi di criticità e risorse.
Per quanto riguarda l’area penale, «è opportuno riavvolgere il nastro, come suggerisce il nome del progetto ReWind, della vita dell’individuo –ha precisato il dott. Riccardo Greco, presidente del Tribunale dei Minorenni di Bari, e, poi, in un’analisi più dettagliata del contesto attuale il giudice Patrizia Famà– per risalire, innanzitutto, alle cause della tossicodipendenza che lo porta a delinquere».
«Ci stiamo indirizzando verso un grande progetto legislativo volto al superamento del contesto carcerario minorile, che non avrebbe seguito se non ci fosse una utile ed adeguata sponda sociale. Per il reinserimento nella rispettiva realtà e rieducazione del minore, occorre risalire alla fonte del problema e non rispondere ad esso con la restrizione della libertà».
E’ in virtù di tale proposito che sono state ascoltate le storie di molti minori –durante la realizzazione del progetto e in parte del convegno, come nel momento di consegna della Borsa Lavoro “Elisabetta Centrulli” ad uno di loro-, che hanno fatto luce su anime, sentimenti, difficoltà e sogni di un qualcosa di migliore.
«Stiamo parlando di ragazzi imprigionati in un limbo, quale quello della criminalità organizzata –ha commentato il Sindaco Michele Abbaticchio-, in cui è stato insegnato loro il non aver altre possibilità nella vita se non quella della delinquenza. Purtroppo, Bitonto viene etichettata spesso per episodi di inciviltà in cui loro sono protagonisti».
«Fortunatamente è, però, attivo un intervento di recupero e prevenzione mediante l’azione di una rete parrocchiale, di volontariato e, per l’appunto, della Cooperativa Sociale Eughenia di cui come cittadino e Sindaco sono orgoglioso. Stiamo partecipando anche a un bando della Regione Puglia, “Cantieri sociali antimafia”».
Dal dott. Michele Bulzis, project coordinator “ReWind”, al dott. Augusto Consoli, Dirigente Dipartimento di Dipendenze Patologiche ASL Torino, alla dott.ssa Pia Antonaci, esperta di progettazione europea, o alla dott.ssa Marina Mancazzo, psicologa-psicoterapeuta di Eughenia o, ancora, alla dott.ssa Concetta Lepore, coordinatrice Centro socio-educativo diurno “Chiccolino”, diverse sono le personalità intervenute durante il convegno.
«Aver condiviso il progetto con loro –ha concluso, a tal proposito, la dott.ssa Patrizia Moretti- spero sia trampolino di lancio per nuove attività. Tutti, con le loro professionalità, hanno portato qui un valore fondamentale per noi: tenere il minore al centro dell’attenzione».