“Un riconoscimento importante, nell’ambito di una vicenda comunque dolorosa per l’economia e l’olivicoltura italiana, che ci spinge a continuare con la stessa tenacia su questa direzione: difesa della qualità e del Made in Italy contro le frodi e contraffazioni”.
È soddisfatto il Presidente del Consorzio Nazionale degli Olivicoltori, Gennaro Sicolo, dopo aver appreso le motivazioni della sentenza di primo grado che ha condannato, a febbraio scorso, i responsabili della presunta truffa dell’azienda olearia Valpesana di Monteriggioni (Siena).
Il Tribunale di Siena, che ha condannato per frode in commercio e associazione a delinquere sei persone, ha infatti riconosciuto solo il Consorzio Nazionale degli Olivicoltori, costituitosi parte civile nel procedimento, come parte lesa dalla vicenda perché ente rappresentativo degli interessi generali della produzione olivicola italiana.
Le indagini della Procura, iniziate nel 2011, avevano portato alla luce la presunta condotta scorretta e fraudolenta della Valpesana, intermediario tra produttori e distributori del comparto oleario, che avrebbe indicato come olio extravergine d’oliva una miscela di olio vergine e lampante opportunamente deodorato, dichiarando anche l’origine “100% italiana” in bottiglie che in realtà contenevano percentuali di olio proveniente da Spagna, Grecia e Tunisia, con valori chimici al di fuori dei parametri comunitari.
Il Consorzio Nazionale Olivicoltori, che si era costituito parte civile nel processo, dovrà essere risarcito dai sei imputati condannati in primo grado.
“Continueremo questa battaglia legale per tutelare chi opera con onestà sui mercati e chi, ogni giorno, lavora con fatica e dignità, nei campi, per un prodotto che rappresenta l’oro della nostra terra”, ha rimarcato il Presidente Sicolo.
“Atteggiamenti vili e fraudolenti come quelli riconosciuti in primo grado dal Tribunale di Siena hanno rovinato per anni l’immagine dell’olio extravergine italiano ed influito tantissimo sul comporto olivicolo favorendo l’ascesa sulla scena internazionale dei prodotti spagnoli, tunisini, marocchini – ha continuato il Presidente Sicolo -. Il riscatto degli operatori dell’olivicoltura onesti passa soprattutto attraverso queste battaglie e ringrazio le forze dell’ordine e la Magistratura per l’importante lavoro che riconsegna dignità all’olio extravergine d’oliva italiano vero e di qualità”.