Dati che devono far mettere una mano sulla coscienza a tutti.
Una fuga drammatica che deve far riflettere: dal 2008 a oggi, sono stati ben 20mila (badate bene, 20mila) i giovani Under 30 che hanno abbandonato la Puglia.
La denuncia – ripresa prima da “L’Espresso” un paio di domeniche fa e poi ieri dal “Corriere del Mezzogiorno” – arriva direttamente dalla Cigl, che ha elaborato gli ultimi numeri forniti dall’Inps.
Certo, non si tratta di un fenomeno nuovo (la fuga, anzi la diaspora dei cervelli è un problema vecchio quanto la notte dei tempi al Mezzogiorno e in Puglia), ma parlarne provoca sempre un certo dispiacere. E certifica, molto probabilmente, un fallimento nelle politiche giovanili, sociali e universitarie adottate dal tacco d’Italia negli ultimi dieci anni. E che, invece, sono state sbandierate come successi.
I giovani – quei possibili talenti da sfruttare, quindi, sul proprio territorio – vanno via per studio, perché magari non hanno fiducia del sistema universitario pugliese, per lavoro, forse più difficile da trovare qui che altrove, soprattutto per tutto quello per cui si è studiato negli anni liceali e accademici.
E per tanto altro.
E anche Bitonto non si sottrae a questa diaspora. Spulciando la classifica, scopriamo, infatti, che la città dell’ulivo ha perso 959 under 30 negli ultimi nove anni, per un totale – su popolazione – del 9,18 per cento, facendo peggio di Bari, Barletta, Andria – che, è bene rimarcare, sono centri più popolosi -, e leggerissimamente meglio rispetto a Trani.
Anche dalle nostre parti, dunque, c’è poco da sorridere.
“In mancanza di dati consultivi anno per anno – sottolinea il sindaco Michele Abbaticchio ai nostri taccuini – mi risulta difficile fare un commento generale. Posso dire che negli ultimi cinque anni nella nostra città si sono aperti un centinaio di nuove imprese commerciali e artigianali, che portano in media due giovani per, e ripresa in cui i ragazzi sono stati protagonisti e sono rimasti qui. Riguardo, poi, ai prossimi cinque, sicuramente il Centro tecnologico, che sarà inaugurato a novembre con il nuovo anno accademico, darà un ulteriore scossone a questa tendenza di abbandono del territorio”.