La Direzione Investigativa Antimafia nel relazione al ministro dell’Interno e al Parlamento racconta dettagliatamente i risultati investigativi degli ultimi sei mesi in Puglia e Basilicata.
Le recenti indagini sono state in grado di evidenziare un aumento dei collaboratori di giustizia, consentendo di far luce su omicidi, tentati omicidi, commessi negli ultimi anni e rendendo noti i nuovi assetti della criminalità barese.
L’assetto dimostra una mancanza di strategie a lungo termine, che provoca alleanze instabili e un deficit di organizzazione interna: “Una criminalità organizzata pronta a inseguire gli affari più lucrosi con metodi che privilegiano l’immediatezza del risultato e il contenimento dell’impegno rispetto alla elaborazione di complesse strategie”.
Bari, infatti, è divisa con ben dodici gruppi criminali che si spartiscono gli affari criminali in città senza un “vertice aggregante, capace di impartire precise direttive ai vari sodalizi”, ma con una spiccata “tendenza espansionistica verso i comuni dell’hinterland barese non disgiunta da persistenti tentativi di instaurare legami con imprenditori, professionisti e amministratori locali”.
Nella relazione si evidenzia l’analisi della provincia e dei legami con il capoluogo in “contiguità” per quanto riguarda le interazioni criminali, in particolare lo spaccio di droga, la coltivazione di marijuana e le rapine con esplosioni ai bancomat e postamat di uffici postali e istituti di credito.
“Tra le città su cui va posta particolare attenzione – si legge nel dossier della Dia – si segnala Bitonto, nota per la recrudescenza di gravi episodi commessi anche con l’uso delle armi” con il riferimento (nella nota 410 a pag. 179) al “ferimento di un gioielliere, la sera del 10 novembre 2016, nel corso di una rapina eseguita da rapinatori armati e travisati”.
Per l’intera relazione clicca qui. http://direzioneinvestigativaantimafia.interno.gov.it/semestrali/sem/2016/2sem2016.pdf