“Il mondo è dei mediocri”, Dice Alain Deneault nel suo Saggio “La mediocrazia”. “Insomma, Egli Aggiunge, non c’è nessuna presa della Bastiglia, ma l’assalto è avvenuto: i mediocri hanno preso il potere”. Così, si spiegano certi successi e insuccessi,”ugualmente distanti dalle vette del genio e dagli abissi dell’indegnità”. Per carità, i miei 25 Lettori non si azzardino, affatto, a riferire l’ ”Incipit” di questo mio Scritto ad alcuni ”personaggini” o ad alcune, poco edificanti, situazioni locali! Avendo, infatti, prima di AccingerMI a digitare la tastiera del mio “pc”, telefonato al mio Libraio, Gianluca Rossiello, PregandoLo di dar seguito all’acquisto dell’Opera, testé citata, del Filosofo canadese, ho Pensato di Fornire loro un’utile Indicazione Bibliografica.
In tal modo potranno spiegarsi perché, attualmente, il Mondo è nelle mani di trump e dintorni e l’italietta è nelle mani di gentiloni, dopo essere stata, precedentemente, nelle mani di altri mediocri, come lui. Mai, come i tempi, che stiamo vivendo, planetariamente, mondialmente, la democrazia è stata il privilegiato orticello dei mediocri, ai quali, ad esempio, nell’italietta, la Costituzione, ignorando che gli italiettini, attualmente, si cibano di pizze, di apericena e di mediocrità, assegna il compito di essere: “elettori attivi”, cioè, di concorrere ad eleggere i loro rappresentanti in tutte le istituzioni, a livello nazionale, regionale, provinciale, comunale, o “elettori passivi”, cioè, dà ad essi la inopportuna (per il Bene Comune) possibilità di candidarsi a rappresentare nelle istituzioni i loro fratelli, sodali , amici e le non ragioni, l’irrazionalità della loro immane sottocultura.
Dopo aver, parzialmente, in fretta, Accennato alla mediocrità, una delle tante patologie, di cui soffrono i, per lo più, condòmini italiettini, nel passare a Parlare di tal abbaticchio e del, quasi (Dico, quasi, ché il 40% dei bitontini, aventi diritto al voto, domenica, 11 giugno 2017, sono rimasti sotto le domestiche coltri), plebiscitario mandato ché egli scarpini per altri 5 anni nelle auliche sale di “palazzo gentile”, m’è venuto in mente il nome e il cognome di orietta berti, i cui successi pseudocanori venivano associati un secolo fa ai successi pseudopolitici o impolitici della democrazia cattolica (giammai, cristiana). Infatti, tutti i critici, che s’interessavano della musica (?????) leggera, “pop”, “rock”, dicevano “peste e corna” di codesta ”canticchiante”, comprese le ancelle familiste, le domestiche, le sartine, le signorine dei telefoni bianchi, eppure, la orietta nei festival canori, che “franceschiello” ordiva per il “popolo bue”, se non vinceva, si piazzava bene. Il “popolo bue”, dunque, la votava, anche se ne parlava malissimo.
Così accadeva per la democrazia cattolica: tutti corrotti, tutti incapaci, tutti mafiosi i democattolici (cosi, li etichettava il ”popolo bue”) , eppure, per 50 anni essa ed essi, in tutte le tornate elettorali, politiche ed amministrative, hanno raccolto milioni di voti, buoni, efficaci per distruggere, eticamente, economicamente, l’italietta sì che, oggi, stiamo pagando il fio delle malefatte di quel demonico regime, che si liquefece per sfinimento, lasciando in eredità ai posteri figli e nepoti, di gran lunga peggiori dei padri e dei nonni, codesti, almeno, non erano analfabeti, come lo sono i loro eredi.
La medesima sciagura, per quanto ne sappia, s’è verificata nelle, appena, concluse elezioni amministrative nel “borgo selvaggio”, Ricordo, così Definiva la zolla nativa, il, non più, Preside Angelo Cardone. Non ho, mai, percepito, dallo scorrere la stampa locale, dal discorrere con tizio o caio, che in bitonto, o nella gran parte dei condòmini bitontini (e Parlo di condòmini, non di cittadini) un impazzimento, addirittura, quasi, plebiscitario, per tal abbatichio e, nonostante i giudizi negativi su di lui, le urne ME lo restituiscono eletto al primo turno.
In verità, intervistato da Sabino Paparella alle 5 del mattino, carico di sonno e di stanchezza (non poteva non sortire un prodotto giornalistico, assolutamente, scadente, fatto di nulla e di fastidiose ovvietà, sicché ho cambiato pagina televisiva, subito dopo le prime cerimoniose battute tra i due, e le bordate dell’avverbio “sicuramente”, in bocca a tal abbaticchio che avrebbero fatto stramazzare al suolo il più incancrenito dei suoi famuli. I miei 25 Lettori non immaginano la delusione arrecataMI dal buon Sabino, i cui Scritti e Interventi giornalistici MI avevano, ognora, Entusiasmato per la Vivace sua Resistenza ad ogni invito alla “proskinesis” da parte di qualsiasi autorità nel campo del pensiero e delle impolitiche relazioni), tal abbaticchio con insistenza s’è mostrato sorpreso del non previsto risultato elettorale; a suo dire, bene che gli fosse andata, si sarebbe aspettato dalle urne il ballottaggio con un altro candidato sindaco, non l’elezione al primo turno.
Evidentemente, tal abbaticchio era consapevole che per bitonto i 5 anni della sua “sindacatura” fossero trascorsi invano,”tamen”, aveva rimosso nel suo inconscio siffatta consapevolezza che, però, durante l’intervista, che testé ho Rimembrato, riappariva essa sotto forma di una sorprendente sorpresa. I miei 25 lettori scusino il gioco di parole!
Tutto si può dire di Nicola Pice: IO, pur Nutrendo una sconfinata Stima nei suoi riguardi, essendo Egli non un intellettuale, “sed” L’Intellettuale per Antonomasia, per la Pluridimensionalità dei suoi profondi Interessi Culturali, l’ho, durante i suoi due mandati a “palazzo gentile”, aspramente, Criticato, quando ho Ritenuto di doverlo Fare, per la non perentorietà sua nel controllo di certe disattenzioni dei locali pizzardoni, ma siamo rimasti, nel Cuore e nella Mente, Amici.
In ogni caso, Pice, Incarnando il Sogno di Platone, Che Affidava al Filosofo il Governo della “Polis”, nei 10 anni della sua “Sindacatura” non ha, mai, Mancato di Sottolineare l’Importanza della Cultura per il Progresso Etico di qualsiasi Comunità; pertanto, la Risistemazione di “Piazza Cattedrale”, il Museo Archeologico della “Fondazione De Palo-Ungaro” , il Restauro del Teatro “Traetta”, del “Torrione Angioino”, diventati due importanti, ormai, ineludibili, contenitori di Eventi Culturali, Resteranno nel Tempo a RammentarNe la tangibile sua Operosità di sagace Amministratore.
Se dovessimo considerare le parole, le azioni, le probabili omissioni di tal abbaticchio nei 5 anni del suo primo mandato, proiettandole nel secondo, di cosa, per cosa i posteri di lui si ricorderanno? Quali le opere, non di ordinaria amministrazione? Ahh, di qualcosa i figli, i nepoti degli attuali residenti del centro storico bitontino si ricorderanno con rammarico: delle notti insonni che i loro parenti hanno trascorso, trascorrono, trascorreranno per il chiasso degli avventori che, ogni sera, da anni, frequentano i “pub”, i ”bar”, le “pizzerie”, i “ristoranti”, situati, una porta sì e l’altra pure, nel centro storico. Che, invece, andava Risvegliato, Agevolando in esso, con opportuni Interventi incentivanti da parte dell’amministrazione comunale, la Riapertura di Botteghe Artigiane che sarebbero state Protagoniste del Rinascimento di quei nobili, creativi Mestieri (ebanisti, sarti, ricamatrici, scalpellini, fabbri, ecc.,ecc., ecc.), Vanto dei nostri Maggiori, Esercitati, Praticati, con Rara Passione, Senso Artistico.
Ancora, tal abbaticchio sarà ricordato dai figli e nepoti degli attuali operatori ecologici, operanti nel centro storico, costretti, quotidianamente, a ripulire le strade di esso dagli esiti delle gozzoviglie dei vandali. Altra volta, MI sono della scrittura di tal abbaticchio Occupato, con immenso imbarazzo, in quanto egli, mio malgrado, rappresenta gran parte dei condòmini bitontini ed è il vice di de caro, il sindaco della città metropolitana, che, in parole, opere, probabili omissioni, appare il suo doppio. Affermazioni generiche trovavo in un altro scritto di tal abbaticchio, periodi non, adamantinamente, impostati e, soprattutto, ossessiva ripetizione del sostantivo “credibilità” e dell’aggettivo “credibile” in una mezza cartella di idiozie. Abbaticchio, forse, per quel che diceva, temeva di non essere ritenuto “credibile”, tanto che sentiva il bisogno di insistere con il sostantivo e l’aggettivo, di cui sopra, perché i suoi rari lettori lo ritenessero veritiero? Non sarebbero fatti nostri, se non fosse che siffatto personaggio, per la prassi democratica, che non valuta la qualità dei voti, ma il numero di coloro che, per lo più inconsapevolmente, mettono la crocetta sul simbolo di una fazione o sul nome e cognome di un candidato, è il ”primus”.
Tra chi? Analizzare “tra chi”, MI porterebbe lontano nel tempo e nello spazio e, quindi, Desisto.
A caldo, subito dopo la trionfale elezione per ascendere, tra due ali di presumibili, prevedibili questuanti (fastidio che riguarda tutti i baciati dal potere, importante o meno importante che sia) la scalinata di “palazzo gentile”, la scadente intervista di Sabino Paparella a tal abbatticchio e, in seguito, un, altrettanto, scadente suo comunicato stampa, zeppo di imprecisioni (è un eufemismo!) grammaticali, sintattiche, contenutistiche.
Trascrivo, integralmente, da tal abbaticchio: ”La città ha premiato la nostra strategia, che era quella di programmi e di proposte”. Commento: E – grege tal abbaticchio, se tu avessi Studiato il Latino nel Liceo, da te frequentato, nel quale, ancora, si dovrebbe Studiare il Latino, Sapresti che per i romani, popolaccio, malamente, concreto, non esisteva la ”città”,”sed” l’insieme di essi in carne ed ossa che, per responsabilità dirette di una minoranza di essi e indirette di una maggioranza di essi, avevano fatto scorrere, per l’europa, per l’asia, per l’africa, fiumi di sangue. I romani non dicevano: ”Urbs Romae”, ma “Urbs romanorum”; per analogia, quindi, non esiste la città di bitonto, ma l’ ”urbs butuntinorum”. Figurati, se codesti “butuntini” nel votarti saranno stati a ponzare sul tuo bofonchiare di programmi e di proposte ed è plausibile che, così, sarà stato, in quanto leggo sul “dabitonto. com” di ombre che s’addensano sul come e perché avranno votato i bitontini. Tra l’altro, se tu avessi Letto “Il Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799” di Vincenzo Cuoco, un Intellettuale molisano nato nel 1770 e morto nel 1823, Sapresti che il popolo dà il suo consenso ad un aspirante o a una classe di aspiranti al potere, spinto solo dal bisogno, non dalle ideologie e tanto meno sta ad orecchiare le tue, dei tuoi omologhi candidati alla “sindacatura”, menate su astratte strategie di ”programmi e di proposte”. Il popolo è Libero, se è Libero dal bisogno, Dice Cuoco, e, di conseguenza, Concludo IO, il Voto è Libero, se chi vota è Libero dal bisogno di un lavoro, di una occupazione, di un reddito qualsivoglia, di curare le malattie, ecc.,ecc., ecc.”Il popolo, Continua il Cuoco, (nel 1799) non sapeva ancora cosa fosse libertà: essa è un sentimento e non un’idea; si fa provare con i fatti, non si mostra con le parole”. Trascrivo, sempre, da tal abbaticchio: ” Credo che si siano fatte sentire il peso di Bitonto 2020, di proposte sui lavori pubblici che lasciavano trasparire un modo diverso di intendere la città che vanno in prosecuzione con quello fatto nei cinque anni precedenti, dando così un’impronta a una Bitonto più sostenibile a misura di bici, di bambini, di famiglie. Credo sia un giudizio inevitabile sui cinque anni dell’Amministrazione Abbaticchio, che è stata molto criticata dagli avversari politici, ma credo sia un motivo di soddisfazione per chi ha sofferto in silenzio in questi cinque anni, che hanno lavorato seriamente e che ha fatto scelte importanti sotto il profilo della tutela della collettività pubblica. La gente ha ritenuto giusto che io potessi continuare altri cinque anni per completare il percorso”.
Commento: tal abbaticchio nell’ ”incipit” del suo, diciamo, capolavoro, usa il “plurale majestatis”: la “nostra strategia”; poi, si separa da se stesso e parla di “Amministrazione Abbaticchio” con la “A” di Amministrazione maiuscola; poi, usa, iterativamente, il verbo “credo”(come se egli stesso non creda a ciò vende di credere. Aggiungo che credere non è sinonimo di Pensare: la “viatedd”, la bigottona crede, il Filosofo Pensa) alla prima persona singolare; poi, pare che egli voglia dare alla gente, cioè, agli emeriti, anonimi nessuno, la responsabilità che: ”io possa continuare altri cinque anni (quante volte si fa appello ai cinque anni, ritenuti un dono della provvidenza, al non governo del condominio bitontino!) per completare un percorso”, mai iniziato. Cosa significa, inoltre, ”… una Bitonto più sostenibile a misura di bici”?
Quale specie di lingua italiana è codesta? A misura di bambini, di famiglie, di ragazzi? E a misura di Vecchi, o tal abbaticchio? E a misura di ragazzi a rischio, che il tuo “fido” definì “sterco”? E’ inutile ribadire che tal abbaticchio è proprio incapace di concepire un periodo, tenendo presente la “consecutio temporum”, la concordanza dei soggetti con i loro predicati. Si impietosisce tal abbaticchio per chi “ha sofferto in silenzio” per i soliti cinque anni; poi, improvvisamente, usa la terza persona plurale: ”che hanno lavorato seriamente”; poi, di nuovo, la terza persona singolare: “che ha fatto scelte importanti sotto il profilo della tutela della collettività pubblica”. E le famiglie, dal momento che tal abbaticchio parla di aver trasformato bitonto in una città a misura delle famiglie, che, nei suoi cinque anni a “palazzo gentile”, hanno subito furti nelle loro case, sono state, forse, da lui tutelate?
Ancora, i miei 25 Lettori Pongano mente sulle “strafalcionate” abbaticchiane nella composizione, diciamo, di questo brano: ”…ovvero un sistema partitico totale, che ha cercato di dialogare tra loro per mettermi ulteriormente in difficoltà”. Povero cocco! Quali, quanti sarebbero coloro che hanno “dialogato” (caso mai, tramato), per fare la bua al sindaco della gente? E poi, il tocco finale: ”Ma rimane la nostra (di nuovo il “plurale majestatis”) apertura completa alla ricongiunzione del centrosinistra, la posizione politica di una persona che ha fatto emergere problematiche sulla ricostruzione (di cosa?) non deve chiudere il futuro sul (quale calzone tutto ricongiunzione e ricongiungimento!) ricongiungimento del PD con tutto il centro sinistra”.
Insomma, o miei 25 Lettori vi siete vergognati per come argomenta e di cosa argomenta il sindaco della gente? Non preoccupatevi di risponderMI, ché lo fa tal abbaticchio nell’unico periodo del suo comunicato in cui le cose sono dette con Sincerità, Buon Senso e, correttamente: ”Certe posizioni politiche devono essere chiuse per ripartire”. Ebbene, e – grege abbaticchio, sii coerente con ciò che dici: chiudi la tua inutile esperienza politica, come sindaco del bitontino condominio, e vattene, sparisci con i tuoi innumeri “fidi”!