Il mondo del giornalismo locale ha voluto ricordare Franco Amendolagine, il fondatore del “da Bitonto” ed ex redattore della Gazzetta del Mezzogiorno, istituendo quest’anno premio a lui dedicato. Un’idea nata su iniziativa di alcuni giornalisti bitontini e della famiglia, con il patrocinio del Comune di Bitonto, dell’Ordine dei Giornalisti della Puglia e del Centro Ricerche di Storia e Arte – Bitonto.
Il concorso è stato riservato agli studenti iscritti al quinto anno delle scuole secondarie di secondo grado della città di Bitonto, con lo scopo di riconoscere e stimolare negli studenti il talento giornalistico, espresso mediante l’elaborazione di un componimento scritto che desse prova della capacità di analisi e racconto della realtà contemporanea.
A valutare le prove dei ragazzi una giuria presieduta da Valentino Losito, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Puglia, e composta da Francesco Matera, giornalista responsabile dell’Ufficio comunicazione Comune di Bitonto, Enrica D’Acciò, giornalista de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, Mariella Vitucci, giornalista e caporedattrice di “BitontoLive”; Mario Sicolo, giornalista e direttore del “da Bitonto”, Marino Pagano, direttore responsabile della rivista “Studi Bitontini”, Carmela Minenna, vicepresidente del Centro Ricerche di Storia e Arte – Bitonto, Concita e Vittoria Amendolagine, figlie di Franco Amendolagine.
Prima classificata è stata Claudia Caldarola del Liceo Classico. A seguire Arcangelo Pagone, del Liceo Scientifico e Antonella Murgolo del Classico. Menzioni speciali a Giuseppe Palmieri, dell’Istituto Volta De Gemmis, Maria Sicolo dello Scientifico e Carmen Piacente del classico.
«I giovani non devono mai perdere la speranza in un domani migliore. Paradossalmente, nonostante lo sviluppo tecnologico consenta a tutti di stare sul posto ed essere tutti cronisti, ci sarà ancor più bisogno dei giornalisti che diano ordine e gerarchia alle notizie» ha spiegato il giornalista Lino Patruno, scrittore e giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno.
Nicola Pice, presidente della Fondazione De Palo Ungaro, ha invece evidenziato l’importanza del “da Bitonto”, non solo perche narra l’attualità, ma perché narra anche la storia della nostra città: «Il da Bitonto ha un valore storico. Per questo va riletto anche a posteriori come degna testimonianza dei tempi vissuti».
«Era un artigiano dell’informazione» ha ricordato il giornalista sportivo Nicola Lavacca, che citando la giornalista russa Anna Politkovskaja, assassinata qualche anno fa, ha ricordato l’idea di giornalismo di Amendolagine, mentre l’attuale direttore del “da Bitonto” Mario Sicolo ha evidenziato la grande considerazione che il fondatore aveva per la sua creatura, vista come un «bambino a cui bisogna dare molta attenzione, in modo costante».
Da parte del presidente dell’Ordine dei Giornalisti Valentino Losito, un pensiero ad altri due grandi del giornalismo locale, Pasquale Tempesta e Antonio Amendolagine, padre di Franco: «Ricordo ancora quando, nel febbraio 1984, quando Papa Giovanni Paolo II visitò Bitonto, ad un certo punto Antonio Amendolagine si allontanò perché doveva assolutamente scrivere il pezzo entro le 10.30 della sera stessa».
«Oggi è cambiato tutto, sia nel modo di fare giornalismo che di raccontare la città – ha aggiunto Losito – si corre il rischio di pensare che si possa raccontare il mondo con 140 caratteri. Ma larealtà è molto complessa per essere raccontata così. Corriamo il rischio di credere, con un tablet, di avere il mondo a disposizione, perdendo il bando della matassa. Quello che non deve mai mancare nel fare questo mestiere è lo stupore. Noi oggi passiamo il testimone ai ragazzi, spesso additati come una generazione dallo stupore perduto. Ma forse bisogna solo saperli ascoltare. Possono farci guardare i problemi da un altro punto di vista e porci questioni a noi ignote. Siamo consapevoli delle nostre radici pur sapendo di essere cittadini del mondo. Ma senza cadere nel campanilismo, perché il mondo è più ampio dell’ombra del nostro campanile».