Antonio Ghirelli è stato giornalista come uno poteva essere giornalista mille anni fa. Talento fulgido e scrittura sopraffina, tipico intellettuale partenopeo, cioè colto e ironico al contempo, aveva scelto lo sport – nonostante le sirene politiche tentatrici- come campo nel quale esprimere questa sua spiccata inclinazione. Prima narrandone le vicende salienti, poi dirigendo due quotidiani del settore – Tuttosport e Corriere dello Sport, portati ambedue ad un autentico boom di vendite -, scoprì giovani penne fiammeggianti arte (due su tutte: Gian Paolo Ormezzano e Vladimiro Caminiti). Poi, fu alla guida del Tg2 e capo ufficio stampa del Quirinale con Pertini presidente. Scrisse con medesima e impareggiabile perizia scientifica la storia del calcio e quella della sua città, Napoli. Insomma, Ghirelli è stato uno dei primi a svincolare dal ghetto concettuale la qualifica di giornalista sportivo e, forse, proprio per questo vi ha conferito maggior valore. Per questo, è una gran bella notizia quella che riguarda il nostro concittadino Vincenzo Murgolo, finalista al Premio internazionale di giornalismo sportivo intitolato proprio allo scrittore napoletano. A meritargli la candidatura il servizio televisivo “Remo Infante dalla Puglia a Rio de Janeiro”, andato in onda su Mediterraneo News, il racconto dell’avventura carioca del bitontino che ha soccorso la tedofora durante la cerimonia di apertura delle Paralimpiadi. Emozioni su emozioni, in pratica. Vincenzo, giornalista praticante della Scuola di Giornalismo dell’Università degli Studi di Bari, preparato come pochi, appassionato e sempre umile, sa narrare storie accattivanti con nitore e sobrietà. Virtù rare, di questi tempi. Ad maiora, egregio collega….