Un entusiasmo rinnovato, amici, sostenitori, tutti riuniti nel nuovo comitato elettorale del candidato sindaco Michele Abbaticchio, sito all’angolo tra piazza Marconi e via Traetta.
Si è presentata ieri sera la coalizione (definitiva) che percorrerà questo lungo mese elettorale, fino all’11 giugno. Una coalizione che nel tempo ha perso qualche pezzo e ne ha acquisito qualcuno nuovo, formato sia da liste di natura civica che da realtà partitiche consolidate.
Un rinnovato appoggio, rispetto a cinque anni fa, arriva dalla collaborazione con Città Democratica attiva da dieci anni sul territorio e rappresentata ieri sera da Vito Modesto.
Forte l’appoggio anche dalla lista Bitonto solidale, rappresentata da Domenico Incantalupo; trova sintesi politica in Abbaticchio anche Iniziativa democratica, lista agganciata ad Alfonso Pisicchio, rappresentata da Ciccio Palermo.
Un partito che non fa mancare il suo sostegno è l’Italia dei valori di Francesco Pafetta che sottolinea come «nel rinnovato fervore, nel percorso di crescita per la città, le idee le abbiamo già e non abbiamo bisogno di nessuna bottega».
«Idee e uomini possono cambiare le cose e Bitonto è un posto che cambia, non più un punto grigio sulla mappa», questo il messaggio di Nicola Vigliotti portavoce cittadino del partito La Puglia in più.
Scende in campo anche Rifondazione comunista, rappresentato da Anna Belligero, che sosterrà il lavoro di Abbaticchio e la coalizione, ma che non presenterà una lista propria.
Da Viviamo la città con Progetto comune rappresentate da Raffaele Picciotti e Luca Scaraggi arriva un sostegno sinergico che ha unito le forze, “per un progetto che farà vivere in prima persona la politica”.
Appoggio anche da parte di Riformisti, cattolici, popolari di Vito Rosario Modugno; e poi dalle liste civiche Tra la gente avanti con Michele Abbaticchio, rappresentata da Nino Castellano e nata tra le forze della cittadinanza attiva, 70032 Città in movimento di Giuseppe Fioriello e Direzione Bitonto, rappresentata da Nicola Bonasia.
«Questa sera (ieri, ndr) a Molfetta abbiamo ricordato il sindaco Gianni Carnicella, un sindaco che in nome della legalità e del rispetto verso la comunità fu tristemente ucciso – apre Michele Abbaticchio -. In nome della devastazione sociale si chiede spesso al primo cittadino di “chiudere un occhio”. Chiuderlo “perché ho i figli da sfamare”, “perché ci sono imprese che devono continuare a lavorare”, tanti perché che non corrispondono ad un bene della collettività, ma che rispondono solo al proprio».
«Ditemi che politica è quella che riporta i tributi pubblici all’interno della struttura comunale, che revoca un parere sul deposito residui ferrosi al centro di Palombaio, che sceglie di risanare le proprie scuole piuttosto che le strade: è una politica di centro sinistra, destra o una tirannia?», chiede retoricamente.
«Tante volte mi hanno rimproverato, mi hanno detto cosa non dovevo fare, come non dovevo essere, mai mi hanno suggerito come potevo raggiungere un obiettivo – commenta Abbaticchio -. E allora, cosa vorrei? Voglio le botteghe artigianali nel centro storico, la zona artigianale piena di industrie, ma è il desiderio di ciò che abbiamo bisogno, di ciò di cui avrà bisogno anche mia figlia quando dovrà trovare lavoro. Io voglio sapere come si raggiungono questi obiettivi, quali strumenti abbiamo per farlo, senza prendere in giro nessuno. Non mi importa delle offese che arriveranno dall’altra parte, mi interessano gli obiettivi, i metodi di lavoro».
«Chi mi dice di chiudere un occhio è lo stesso che pensa a se stesso, che non pensa a come può crescere nel proprio tessuto sociale – sottolinea ancora il candidato -. Sono stanco di litigare, di fare questo gioco al massacro: vorrei parlare di quello che abbiamo fatto, perché vogliamo dare delle risposte alla città, abbiamo il dovere di rendicontare alla gente come hanno impiegato le loro tasse. Vorrei, dopo questi cinque anni, prendere un caffè con un cittadino qualsiasi e sentirmi dire che non l’ho preso in giro».
«In questo tempo – specifica – Ci siamo concentrati sul centro antico perché era una anomalia vederlo senza vita e quei luoghi, quelle attività, hanno conquistato una fascia serale che prima non c’era: c’è stata una prospettiva di sviluppo grazie ad una programmazione di attività e festival. Le imprese edili hanno lavorato per la ristrutturazione dei locali, sono arrivati tantissimi turisti e finalmente sul volto dai concittadini abbiamo sentito dire con orgoglio “Sono di Bitonto”».
«Abbiamo eliminato dalle nostre uscite i fitti privati derivanti dalle scuole (circa 150mila €) e queste sono state trasferite in strutture pubbliche e ristrutturate per il 70%: sono stati avviati lo scuolabus, il servizio mensa, oltre che vari progetti scolastici – dichiara Abbaticchio -. Nelle periferie abbiamo portato servizi creando sei aree ludiche (comprese Mariotto e Palombaio), abbiamo rimodernato del tutto la Biblioteca comunale e ora aspettiamo l’apertura di una filiera digitale aperta con Cinecittà. Abbiamo creduto nello sport con il campo in via Togliatti, il velodromo accanto la piscina, il polifunzionale “Paolo Borsellino”. Ora l’ultimo sogno si avvererà con la cittadella dei bambini, dedicata soprattutto a chi è a rischio devianza, alla ex Contessa (Villa Sylos). In quella zona della città è stato messo su un orto gestito da cooperative sociali che applicano a tutto tondo la difesa del luogo e dei cittadini, guardano quelle pietre, quei frutti con amore e non si ricorderanno di me, ma che il Comune ha dato loro quell’opportunità. Per questo non sacrificheremo la comunità per chi mi dice “Chiudi un occhio”».
E osserva: «La trasparenza e la legalità la richiedono per legge il passo in più, quello che ci fa stare davvero accanto alla gente, è la semplificazione del linguaggio. La gente vuol sapere in sintesi cosa s’è deciso, senza leggere troppa “burocrazia”».
«La mia posizione è chiara – conclude Abbaticchio – “Io sarò sempre dalla stessa parte. La vostra”».